Il grande jazz italiano: Emanuele Cisi Quartet al BFlat

Venerdì 24 maggio, ore 22


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VENERDI 24 Maggio ORE 22 BFLAT JAZZ CLUB

Emanuele Cisi – sassofono tenore
Dino Rubino – pianoforte e flicorno
Rosario Bonaccorso – contrabbasso
Adam Pache – batteria.

“No Eyes” (nello slang di Lester significa “non mi interessa”) oltre ad essere il titolo di un celebre blues da lui registrato nel 1946, è anche il titolo di un poema scritto dal poeta beat David Meltzer e ispirato all’ultimo anno di vita del musicista, trascorso in solitudine presso il misero hotel Alvin di Manhattan dove morì a soli 50 anni.
Il poema, definito dall’autore “una meditazione su Lester e sul significato della vita e della morte, e del ruolo dell’arte in esse”, utilizza il criptico e astratto slang inventato dal sassofonista per esprimersi normalmente nel suo quotidiano. Prez, il presidente del sax tenore, come venne soprannominato da Billie Holiday, è stato un esempio unico di totale coesione tra il proprio universo espressivo in quanto artista e il suo stile di vita; un affascinante emanazione di suono puro, poetico, drammatico, autentico ma al tempo stesso intriso di sottile ironia.
Il senso dello swing, della danza gioiosa, ma anche della malinconia del blues sono gli elementi caratteristici di questo progetto immaginato e voluto da Emanuele Cisi, certamente uno dei più autorevoli sassofonisti tenori della scena mondiale, che ha riunito attorno a se alcune delle voci più personali e poetiche, sui loro rispettivi strumenti, del jazz di oggi.
La voce di Roberta Gambarini, probabilmente la cantante jazz italiana più famosa al mondo, celebrata da appassionati, critici e molti dei più grandi e leggendari musicisti, unica artista italiana ad aver ricevuto una nomination ai prestigiosi Grammy Awards.
Il pianista e trombettista Dino Rubino, che con la sua poetica delicata e descrittiva contribuisce a far aleggiare lo spirito di Prez. Il contrabbassista Rosario Bonaccorso capace di far cantare il proprio strumento come pochi al mondo. Il batterista Greg Hutchinson, che la rivista internazionale “Jazz Magazine” definisce come il batterista della sua generazione”, uno dei musicisti più rispettati del panorama jazz internazionale.
Attraverso l’interpretazione di splendide songs rese celebri da Lester, sue composizioni, brani a lui dedicati (la struggente “Goodbye Pork Pie Hat” di Mingus o la splendida e swingante “Lester Left Town” di Shorter) composizioni originali del leader ispirate alla sua poetica e testi basati liberamente sull’opera di Meltzer, “No Eyes” è, come il poema che lo ha ispirato, una meditazione sulla musica e sulla vita attraverso gli occhi consumati ed impenetrabili di Lester Young.


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