“Il filo che ci lega” di Michela, insegnante si riscopre sarta e realizza mascherine creative a Monserrato

Il filo che…ci lega” è un progetto di Michela Atzeni di Monserrato, insegnante, e nasce “nei ritagli di tempo per donare un tocco di originalità e creatività rispetto alle mascherine reperibili in commercio


Per le ultime notizie entra nel nostro canale Whatsapp

“Il filo che ci lega” in questi difficili mesi si chiama solidarietà. Gesti semplici, profondi, che caratterizzano tutt’oggi la difficile quotidianità che, pian piano, mira a un futuro sempre più positivo. “Il filo che…ci lega” è un progetto di Michela Atzeni di Monserrato, insegnante, e nasce “nei ritagli di tempo per donare un tocco di originalità e creatività rispetto alle mascherine reperibili in commercio. Sono tutte realizzate a mano e decorate con cuoricini, cagnolini fiori e stelline in rilievo. Ho utilizzato stoffe di tutti i colori, stoffe donate, stoffe riciclate stoffe rinchiuse dentro gli armadi.

Il proposito è nato per condividere un brutto periodo che tutti stiamo vivendo. Ho realizzato diversi copri naso e bocca per adulti, per mamme e bambini, per suore e per amici, parenti e per commercianti come buon auspicio per il nuovo inizio in convivenza con il coronavirus. Un progetto nato dentro le quattro mura di casa, dove il tempo scorreva così lento che mi ha dato la possibilita di riscoprire una grande passione trasmessa da mia zia “sarta”, che negli anni mi ha sempre tenuta vicina a sè per cucire ma sempre lontana dal suo prezioso gioiello, la macchina da cucire.

Ho iniziato così per gioco – spiega ancora Michela – e curiosità, guardando diversi tutorial sul web e facendo mio un modello che ho personalizzato in modo creativo”. “Il filo che…ci lega” è ancora operativo grazie alle donazioni di chi riceve le creazioni: filo, stoffe, elastico,  francobolli, buste da lettera.

“Un filo lunghissimo” che ha varcato i confini della Sardegna ed è giunto anche nella penisola con l’unico scopo di condividere speranza, ottimismo e tanta tanta solidarietà. Un pensiero particolare è rivolto anche per i più piccoli: diverse mamme hanno espresso il desiderio di avere la mascherina uguale al loro bimbo “per poter trasmettere più fiducia e riuscire ad indossare un accessorio oggi indispensabile ma molto fastidioso, così ho pensato di cucire anche per i bambini e con l’aiuto di amiche speciali che hanno dei figli mi hanno dato una mano per realizzare una misura adatta a loro. Ho realizzato copri naso e bocca per tutta la famiglia e ho ricevuto in cambio tantissimi messaggi di ringraziamento”.


In questo articolo:


--}}