Il Fiat Lux Festival entra nel vivo con la Notte bianca dell’Archeologia

L’invito è quello di riscoprire le strutture ideate e gli spazi vissuti dai nostri antenati attivando strumenti di indagine sensoriale inediti ed empatici, propri di chi abita la notte


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Dopo gli eventi della serata di apertura del 2 agosto ad Arzachena, il 3 agosto il Fiat Lux Festivalentra nel vivo della sua proposta Archeo volta alla ricerca di un nuovo approccio emozionale allo studio della storia millenaria della nostra Isola. L’invito è quello di riscoprire le strutture ideate e gli spazi vissuti dai nostri antenati attivando strumenti di indagine sensoriale inediti ed empatici, propri di chi abita la notte.

E’ la Notte Bianca dell’Archeologia, uno degli appuntamenti più attesi della rassegna.

Eccezionalmente aperti al pubblico con ingresso gratuito dalle 20 alle 24, i siti archeologici del territorio di Arzachena si mostrano ai visitatori con una veste luminosa completamente nuova.

Il Complesso Nuragico di Albucciu, il Nuraghe La Prisgiona, la Tomba dei Giganti di Coddu ‘Ecchiu e la Roccia del Fungo potranno essere visitati con l’accompagnamento di guide esperte per un inedito racconto che prende il via dopo il tramonto.

La Notte Bianca dell’Archeologia è organizzata in sinergia con la Sovrintendenza ai Beni Culturali di Sassari e Nuoro e la collaborazione della Coop GE.SE.CO di Arzachena.

Alle 22, in Piazzetta a Porto Cervo, il Fiat Lux Festival porta al centro della luccicante vita smeralda una proposta inedita con la performance “Il Canto del Cuore”, a cura di Atma Lucia. L’artista, che la luce la porta nel suo nome, è un Maestro Sannyasin che gira l’Italia e l’Europa per far conoscere le meditazioni di Osho ed il pensiero e la cultura Sufi. Ama condividere gli insegnamenti e le tecniche di meditazione che da molti anni sono parte integrante della sua vita e di cui vive profonda esperienza in Toscana dove vive da dieci anni.

In occasione del Fiat Lux Festival, Atma Lucia porterà nel cuore della Costa quel misto di arte e forte spiritualità che è la danza dei dervisci volanti, per un’esperienza assolutamente inedita e indimenticabile. La danza dei monaci, chiamati anche “semazen”, è dichiarata dall’UNESCO Patrimonio dell’umanità. La parola “derviscio” ha acquistato il significato di “colui che cerca il passaggio”, ossia la soglia, l’entrata che porta da questo mondo materiale a un differente mondo spirituale.


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