Il dramma di Laurent: “Sono stato pestato a Cagliari dal racket dei senzatetto, aiutatemi”

L’appello disperato di Laurent Azzurro, 54enne, clochard della Marina: “Mi sono rifiutato di pagare per dormire sulle scale di una banca del Largo e mi hanno picchiato e derubato. Ho problemi di salute e non ho più il reddito di cittadinanza. Chiedo solo un posto sicuro dove poter riposare la notte”


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Cagliari – “Racket” ai danni dei senza tetto, “picchiato perché non ho dato i soldi per dormire nelle scale di una banca nel largo Carlo Felice”: il racconto di Laurent Azzurro, 54 anni, ora anche senza rdc, che chiede aiuto alle istituzioni al fine di poter trascorrere la notte in un luogo sicuro. Non solo nei parcheggi pubblici o all’entrata di chiese e supermercati, c’è chi chiede o “pretende” del denaro anche ai senzatetto per “occupare” il suolo dove poter dormire. “Sono stato trascinato al porto, picchiato e minacciato di morte se lo avessi detto a qualcuno” racconta l’uomo, “fortuna che non è successo nulla alla mia cagnolina”.

Laurent è giunto da Roma qualche anno fa con i soldi della liquidazione ma, ben presto, le cose non sono andate come aveva programmato. “Sono sceneggiatore ed ero attore teatrale” ma anche artista e disegnatore, arrivato in Sardegna per amore non è riuscito a realizzare i suoi sogni e si è ritrovato a dormire anche sotto le stelle, sia d’estate che in inverno. “Avevo tre cagnoline, ma è rimasta solo una perché le altre due sono morte, una di vecchiaia, l’altra l’hanno uccisa”. Quando capita e quando può, trascorre la notte in qualche bad and breakfast e per mangiare si reca anche alla mensa di via Bayle. Le giornate le trascorre prevalentemente alla Marina e sotto i portici dove guadagna qualche moneta vendendo alcune raffigurazioni artistiche, realizzate da lui, e grazie alla generosità dei passanti.

“Vorrei una stanza, un posto sicuro dove trascorrere la notte, ho anche problemi di salute”. Circa un anno fa “ho subito un’aggressione da parte di due persone che mi hanno chiesto del denaro per poter stare nei gradini di una banca. Mi sono rifiutato e mi hanno picchiato e minacciato. Io non ho sporto denuncia per paura di essere perseguitato ulteriormente. Mi hanno rubato anche i miei borsoni con tutta la roba che avevo all’interno, per poter cercare un lavoro ho la necessità di riporre i miei oggetti in un luogo dove nessuno li prenda”. Una storia, una delle tante, di chi vive senza una fissa dimora e deve combattere anche solo per sopravvivere senza, però, perdere la voglia di rialzarsi, riemergere, riprendere una vita “normale”, insomma.


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