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Virus, la linea dura di Natale del governo Conte: sino al 15 gennaio palestre chiuse, bar e ristoranti sbarrati alle 18, viaggi vietati. Coprifuoco confermato alle 22 anche il 24 e a Capodanno. Si va verso il nuovo Dpcm di Conte e per non ripetere gli “errori” di Ferragosto, restrizioni confermate addirittura sino al 15 gennaio: bar e ristoranti non potranno fare cene, fitness nelle palestre vietato per altri 40 giorni, stop agli spostamenti tra qualsiasi Regione. L’Italia si blinda e per dirla ironicamente, Cenerentola che tornava a casa a mezzanotte era una “privilegiata”: no alle deroghe richieste tra le Regioni, pranzi di Natale consentiti per un massimo di 6-8 persone in famiglia, in questo caso si tratterà di raccomandazioni. Niente baci e abbracci, il virus ha davvero cambiato le abitudini e di fatto sta annullando gli svaghi degli italiani: saranno chiusi anche gli impianti da sci. Per difenderci dal virus, se le anticipazioni sul nuovo Dpcm che scatterà fra quattro giorni saranno confermate (e ormai sembrano sicure), l’idea è quella di non abbassare per niente la guardia: troppo fresco il ricordo dell’harakiri estivo, che è costato all’Italia ben tredicimila morti soltanto nell’ultimo mese a causa della seconda ondata del Covid. E attenzione, gli allentamenti dopo il 15 gennaio ci saranno, come ha ribadito il ministro Speranza, “solo sulla capacità di tenuta durante le vacanze di Natale”.
A subire le conseguenze più forti saranno inevitabilmente bar, ristoranti, palestre, piscine, oltre agli organizzatori di tutti gli eventi di cultura e quelli natalizi, compresi i mercatini di Natale. La curva del virus sta calando ma proprio per questo si vuole evitare la terza ondata e aspettare il vaccino, la panacea per combattere e si spera sconfiggere la pandemia. Per i ristoranti il danno sarà molto duro: niente cenoni di Capodanno, apertura al pubblico soltanto a pranzo e asporto e domicilio la sera, esattamente come adesso. In pratica, quasi cinque mesi di chiusura serale nel 2020, una mazzata che metterà a durissima prova molte attività, tante sono inevitabilmente a rischio chiusura. Se è vero che il governo ha stanziato più ristori, è vero che ci sono da pagare affitti, bollette, personale, e soprattutto tasse a fronte di guadagni drasticamente ridotti. “Serve mantenere rigore e prudenza, non dobbiamo vanificare gli sforzi fatti sinora: dobbiamo a tutti i costi evitare la terza ondata”, ripetono in coro i ministri Boccia e Speranza.