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di Roberto Copparoni
Cagliari: Il degrado della nostra città 1
Cari amici con queste immagini vogliamo tenerVi informati sullo stato di abbandono e degrado in cui versano importanti testimonianze del nostro passato. Iniziamo dalla Torre della IV regia in località sa Scafa che un tempo rappresentava il naturale ingresso nella città di Cagliari per tutti coloro che arrivavano dal Sud ovest della Sardegna. Pare che anticamente si usassero delle chiatte, scafi per il trasporto delle persone e delle merci, Da qui il nome ….Per secoli essa ha rappresentato il “potere” espresso dal conferimento obbligatorio della IV parte del pescato. Un balzello che si è mantenuto in vita fino al 1954. Peraltro questa torre dalla fine dell’ottocento ha rappresentato per i cagliaritani un luogo di ritrovo, dove si ritrova il popolo, non disdegnato dai “signori” del tempo, che vi si recavano anche sotto mentite spoglie, per gustare quella umanità di cui forse in molti erano privi, fatta profumi, sapori, colori emozioni, con bevute, sane mangiate di pesce arrosto e di frutti di mare, e anche di piacevoli incontri con le “lucciole” di allora, che prestavano i loro servizi, nelle capanne poco distanti dalla Torre. Mi ricordo che da bambino quando passavo con la 1100 Fiat, con i miei familiari, sopra il leggendario ponte di ferro, per raggiunge il terreno che avevamo a Su Spantu a Capoterra, incuriosito dalla piccola folla, spesso in fila, che vedevo dall’alto, posta proprio di fronte alle casette di cui prima parlavo, chiedevo a mio padre chi fossero quelle persone e cosa stessero aspettando..Mi ricordo che lui, un po’ imbarazzato mi disse alcune volte che si trattava di pescatori, Questa fu la risposta che mi diede alcune volte. Un bel giorno capii tutto e dissi a mio padre…Ma Papà i pescatori non devono stare in mare? Se stanno li quando vanno a pescare? Mio padre abbozzò un sorriso guardando mia madre e non disse nulla…Fra l’altro ricordo che dietro la torre vi era una bella Croce di legno decorata con degli elementi di bronzo con un piedistallo in cemento dove Donna Costanza Contivecchi fece apporre una targa di marmo. Di questa croce, di cui hanno parlato anche Francesco Alziator, Cenza Thermes,e Giuliano Carta. non è rimasto più nulla se non una parte del basamento con la lapide spezzata.. Che tristezza. Da anni ho segnalato in tutti i modi questo degrado ma nessuno è intervenuto se non l’ex Autorità portuale per “fare un po’ di Gazzosa” sul possibile recupero della struttura attraverso un concorso per premiare le idee e le proposte progettuali migliori che sono rimaste, ancora una volta, soltanto proposte…