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Non ne parla più nessuno, come se fosse finita. E invece non è finita affatto. Il combinato disposto fra guerra in Ucraina, con annessa paura di conflitto nucleare, e folle aumento di prezzi dal supermercato al distributore di benzina, ha fatto passare in secondo piano il Covid. Che non è affatto finito, nonostante il 31 marzo termini tecnicamente lo stato di emergenza. E che non sia finita lo dimostra l’ultima rilevazione della fondazione Gimbe, come ogni giovedì da quando la pandemia si è infiltrata nelle nostre vite, sconvolgendole.
Tornano ad aumentare i casi Covid in Sardegna, dopo una breve tregua, nella settimana dal 2 all’8 marzo, si evidenzia un aumento dei nuovi casi del 7,5% superiore rispetto alla settimana precedente, anche se c’è un miglioramento per i casi attualmente positivi per 100mila abitanti (1.516).
Per quanto riguarda la pressione sugli ospedali, restano sopra la soglia di saturazione i posti letto in area medica (20,2%), mentre scendono sotto soglia critica i posti letto in terapia intensiva (9,8%). I nuovi casi positivi per 100mila abitanti vedono ancora una volta sul podio Oristano con 735 (- 7% rispetto alla settimana precedente), Sassari 668 (+ 35,7%), Cagliari 518 (+ 5%), Sud Sardegna 464 (- 11%), Nuoro 245 (- 11,9% rispetto alla settimana precedente).
Secondo il consulente del ministro Speranza Walter Ricciardi i nuovi numeri, anche a livello nazionale, non sono rassicuranti, perché registrano un aumento non solo di ricoveri e morti ma anche di contagi. Colpa di un eccessivo abbassamento della guardia, secondo Ricciardi, che rischia di costarci molto caro. Ancora una volta.