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I legali del Consorzio per la tutela del pecorino romano, prendendo atto dell’avvio dell’inchiesta della Procura di Oristano, precisano che con la suddetta indagine la vertenza sul prezzo del latte non c’entra assolutamente niente. La denuncia contro i vertici di Codacons e Coldiretti è infatti scattata perché gli stessi avevano pubblicamente e ripetutamente messo in dubbio l’autenticità del prodotto pecorino romano, fornendo informazioni false, insinuando che l’approvvigionamento del latte avvenisse dall’estero ai danni dei pastori sardi e dell’intera economia regionale. A fronte di queste dichiarazioni, mai smentite, rilasciate a organi di stampa nazionali e divenute oggetto di attenzione del Ministero dell’Agricoltura e del Parlamento europeo – con grave danno per la reputazione del Consorzio anche a livello istituzionale – l’iniziale diffida è diventata una querela firmata dal presidente del Consorzio Salvatore Palitta.
Ed è solo su questo che si concentra l’indagine. Secondo i legali del Consorzio, inoltre, è molto grave che ancora oggi, a indagine avviata, si tenti di portare l’attenzione mediatica in un campo che non è minimamente toccato dall’indagine penale, che riguarda invece gli attacchi consapevolmente falsi e gratuiti di chi ha usato un argomento come l’utilizzo di materia prima non sarda in un momento di tensione sociale altissima. L’obiettivo di questi attacchi, secondo i legali, è molto chiaro: diffamare, fare del male, incitare alla violenza e al disordine, distorcere la percezione della funzione del Consorzio. “Il prezzo del latte non c’entra niente con questa indagine”, conferma il presidente Palitta. “Ho presentato querela per difendere il Consorzio dalle gravissime e infondate accuse di utilizzare latte dall’estero a danno dei pastori e dell’autenticità del prodotto. Accuse strumentali e inaccettabili: il ruolo del Consorzio è quello di proteggere il prodotto a vantaggio di tutta la filiera, cosa che facciamo quotidianamente con grande impegno e serietà”.