Il Comune affitta il teatro civico a un’associazione che non esiste

Francesco Accardo, operatore culturale, denuncia un caso clamoroso: si inventa un’associazione culturale fantasma dal nome “Amici di Sergio Atzeni” e il Comune, senza verificare niente, gli affitta il teatro civico di Castello prima negato


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di Francesco Accardo (Cambiavento, operatore culturale)

Una settimana fa, dall’indirizzo della mia associazione, ho inviato una mail all’assessorato alla Cultura del Comune per conoscere i canoni d’affitto del Teatro Civico di Castello per svolgervi attività culturali.

Passati due giorni, e non avendo ricevuto alcuna risposta, ho deciso di mandare una nuova mail, identica, questa volta dal mio indirizzo di posta personale. L’oggetto? Sempre lo stesso. Affitto del Teatro Civico di Castello per iniziative culturali.

Anche qui nessuna risposta. Dunque ho deciso di mandare una nuova mail. Questa volta però da un nuovo indirizzo, firmandomi come Franco Melis, presidente di un’associazione che non esiste, con la sede in un posto che non esiste, con un numero di telefono che non esiste: L’ASSOCIAZIONE AMICI DI SERGIO ATZENI. L’oggetto della mia richiesta? L’affitto del Teatro Civico di Castello per iniziative culturali.

Magia.

Mi si è aperto un mondo.

La gentilissima e cortesissima risposta mi è arrivata in poche ore.

E in poche ore, la mia nuova associazione INESISTENTE ha superato tutto quello che in tanti anni ho realizzato per Cagliari e per la Sardegna.

Questa mattina sono andato in assessorato alla Cultura. Ho chiesto (e ho appurato) se le mie reali mail fossero arrivate. Ho chiesto come mai la risposta per l’associazione Amici di Sergio Atzeni fosse arrivata prima e in poche ore e come mai per me e per la mia associazione non ci sia stata neanche una mezza considerazione di striscio.

Nessuna risposta valida mi è stata data.

Ho voluto anche manifestare la mia richiesta di una maggiore attenzione a queste cose per evitare che certi episodi si ripetano e per evitare di creare antipatie gratuite in città proprio nell’anno di Cagliari Capitale Italiana della Cultura.

Credo che questo episodio sia uno schiaffo per tutti gli operatori culturali che ogni giorno lavorano con non poca difficoltà in città anche nell’anno di Cagliari Capitale Italiana della Cultura.

Credo che Cagliari Capitale Italiana della Cultura non si meriti un episodio del genere.


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