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di Nino Nonnis
Siamo primi. Abbiamo vinto. Siamo contenti, non possiamo pretendere di più, però dobbiamo fare i giusti conti, cioè quelle disamine che non ti permettono di entusiasmarti troppo. Il Latina non si è fatto mettere sotto e ci è stato doppiamente utile: perché ci ha lasciato i 3 punti e perché ha evidenziato alcune carenze che non vorrei fossero dei limiti nostri difficili da eliminare. Loro hanno giocato con brio fisico superiore, correvano tutti, avevano anche velocità negli scambi sino al passaggio, un po’ troppo agevole, del pallone in mezzo alla nostra area. Noi non siamo (stati) una squadra di frenesia agonistica, in molti casi aspettiamo da fermi, senza creare spazi e sorprese all’avversario, tanto da dare la sensazione di essere indietro come forma fisica. Qualche giocatore il pressing non ce l’ha nella sua indole o abitudine agonistica. Dessena, che pure aveva iniziato in maniera ordinata, senza sbavature o iniziative superiori alle sue doti, si è perso via via, pur non facendo mancare grinta e sacrificio. Joao Pedro ha ritmi lenti, Murru sembra uno che deve ancora prendere confidenza col ruolo. Sui loro cross, peraitro telefonati, abbiamo rischiato e subito troppo. Campanelli d’allarme che erano già suonati nelle precedenti partite. Però ci siamo imposti. In maniera annunciata quasi. Quest’anno finalizziamo e creiamo pericoli con buona continuità. Oltre ai gol, molti, creiamo situazioni limpide, pericolose, frutto non di rimpalli e casualità in area. Giannetti ha fatto bene la sua parte, fa tutto di prima intenzione e per questo talvolta eccede. Cerri ha qualità fisiche e tecniche che se ne fregano della lentezza del gioco. Protegge bene la palla ed è lucido nel giocarla. Balzano si conferma sempre di più, in quel ruolo stavamo aspettando l’erede di un altro guerriero pugliese, di Mario Martiradonna. Pisacane garantisce il presidio costante della fascia. Sul piatto della bilancia possiamo mettere la nostra superiorità tecnica a cominciare da Di Gennaro. Se riusciremo a essere più pulsanti fisicamente e nella corsa potremmo garantirci una vecchiaia serena. Altrimenti sconteremo il fatto che vogliamo sempre vincere, che un pareggio sembra un insuccesso, almeno all’inizio, quando ancora non si può parlare di cali o periodo di crisi. Come già ricordato, vale l’assunto di Gianni Brera, cosa potremo fare se già adesso, pur non giocando al meglio, vinciamo e siamo primi?