“I turisti a Cagliari? Se vengono il soggiorno glielo paghiamo noi”

Rivoluzionaria proposta di Alberto Bertolotti, presidente di Confcommercio: “Per rilanciare il turismo a Cagliari e battere le indifferenze politiche sui low cost, una rete di imprese pagherà ai turisti in città il soggiorno”


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Intervista esclusiva al Presidente della Confcommercio Sud Sardegna, Alberto Bertolotti. Vieni a Cagliari il soggiorno te lo paghiamo noi. Stop ai ricatti delle compagnie low –cost. Un nuovo modo di attirare i turisti a Cagliari con il contributo diretto degli operatori del settore. Arriva il contributo di una rete di imprese creata ad hoc per abbattere i costi del soggiorno e di fatto scontare alla fonte il costo dei biglietti.

 

L’idea nasce dal presidente della Confcommercio Sud Sardegna, Alberto Bertolotti che in questa intervista spiega come aggirare il ricatto degli aiuti di stato delle compagnie aeree low – cost e indica la strada per attirare i turisti e rendere Cagliari e la Sardegna una meta attrattiva e ambita attraverso politiche di promozione concrete e misurabili nel tempo e non con provvedimenti tampone. I turisti col biglietto potranno usufruire di uno sconto da utilizzare nelle strutture ricettive, nei ristoranti e nelle aziende che faranno parte del Consorzio di imprese che aderiranno al progetto. La Regione sarà partner di un percorso di internazionalizzazione e potrà contribuire a finanziare le aziende. Una soluzione che coinvolgerebbe le Associazioni di categoria e le imprese del sistema camerale.

Arrivare in Sardegna con la riduzione dei voli low cost ha raggiunto costi proibitivi. Perché il turista dovrebbe scegliere Cagliari come meta del suo viaggio?

La scelta di arrivare a Cagliari diventerà più attrattiva agendo sul prezzo della vacanza, attraverso un voucher che il viaggiatore, una volta acquistato il titolo di viaggio, scaricherà online e che potrà essere utilizzato per usufruire di uno sconto (20, 30, 50 euro a persona) da usufruire negli alberghi, strutture ricettive, ristoranti, stabilimenti balneari, aziende in genere del sistema turistico e comunque perfettamente regolari ed iscritte alle associazioni datoriali di categoria che, a loro volta, li presenterebbero all’incasso in Regione.

La fuga dalla Sardegna di Ryanair e in particolare l’annullamento di numerose tratte interne e internazionali sta mettendo in ginocchio centinaia di imprese del comparto turistico. Come intendete risolvere nell’immediato il problema dei trasporti?

La questione Ryanair, più che un problema, può finalmente essere inquadrata come una grande opportunità di nuovo approccio culturale per mezzo del quale l’intero sistema, e non solo la Regione, possa finalmente trovare una soluzione strutturale e duratura della annosa questione dei trasporti aerei da e per la Sardegna. E’ necessario mettere a sistema gli aeroporti sardi. E’ opinione diffusa che sia l’unico modo per uscire dal ricatto delle compagnie aeree ed evitare una concorrenza tra i tre maggiori aeroporti dell’isola. Elmas, Fertilia e Costa Smeralda dovrebbero essere posti a sistema sotto una unica regia, assolutamente non pubblica, attraverso un processo di privatizzazione in favore di un soggetto imprenditore specialista e connotato da forte vocazione al mestiere piuttosto che di qualche fondo di investimenti con mere finalità di speculazione finanziaria o peggio ancora di occupazione di poltrone. Solo questo passo consentirebbe al sistema aeroportuale sardo una capacità di contrattazione forte sul mercato delle rotte e l’affrancamento da pericolose situazioni sostanzialmente di monopolio, come quello di Ryanair è stato finora, soprattutto nelle cosiddette winter links esercitate dalle compagnie low-cost.Un processo però di tale valenza politica da non poter esser governato, nel caso di Cagliari, da un ruolo commissariale.

  

Come intendete intervenire per abbandonare e uscire dal modello “aiuti di stato”?

Occorre intervenire per dare un forte impulso alle politiche che, da una parte, rendono sempre più attrattiva la destinazione ed il mercato Sardegna per flussi turistici ed investitori e, dall’altra, a veri processi di internazionalizzazione in favore delle nostre imprese. D’altra parte ancora, forte impulso deve essere dato anche a politiche di promozione concrete e misurabili e ad azioni di marketing territoriale mirate ed efficaci. Il turismo deve essere sempre di più il driver dello sviluppo economico dei nostri territori, in grado di rilanciare commercio, servizi e le nostre eccellenze, enogastronomia, artigianato, export agroalimentare Il complessivo rilancio del sistema economico passa dal rendere la nostra destinazione più attrattiva attraverso la valorizzazione di asset già fisicamente presenti e ben visibili nel nostro orizzonte e lavorando su cultura e formazione dei nostri operatori per rendere il sistema di accoglienza più efficiente perché l’attrattività di un territorio diventa strutturale e duratura solo se si costruisce socialmente.

Cagliari potrebbe diventare la sede delle prossime Olimpiadi del 2024 per gli sport velistici. Quali azioni intendete mettere in campo per vincere la concorrenza di Parigi e delle sue località costiere?

Attraverso un progetto di internazionalizzazione e in sinergia con la Regione si potrebbe agire attraverso una serie di provvedimenti fiscali e strutturali per le imprese del comparto turistico. In particolare sarebbe opportuno annullare gli oneri fiscali regionali, locali, e il costo dei lavoratori nei mesi di bassa stagione e la riattivazione del progetto regionale lunga estate, da ampliare però a tutte le categorie in campo. Puntare sul modello della qualità della vita e sull’isola dello sport e del turismo attivo all’aria aperta per 300 giorni l’anno.

Nelle dichiarazioni dei candidati sindaci per le prossime amministrative del comune di Cagliari si parla di investimenti e di nuovi posti di lavoro nel settore del turismo. Quale sarà il vostro contributo per invogliare i futuri investitori a Cagliari e nel sud Sardegna?

In Sardegna non si investe perché qui le tasse si pagano altre tre volte in inefficienza, in carenza infrastrutturale, in burocrazia, che è il cancro del nostro sistema economico, il killer di ogni iniziativa, il collo di bottiglia che mortifica il futuro dei sardi. Occorrono nuovi processi di internazionalizzazione per le imprese sarde da orientare e dirigere esclusivamente verso mercati ricchi. Possono essere finanziati dallo Stato, nell’ambito per esempio delle politiche sui Distretti Turistici, e dalla Regione. Potrebbero essere curati dalle Associazioni di categoria, che sono soggetti di diritto privato e che, nell’ambito della progettualità, potrebbero considerare eventualmente utile una contribuzione alle imprese sarde tesa e vincolata all’abbattimento del costo dei trasporti. Per questo sono necessarie azioni di marketing territoriale mirate ed efficaci. Occorre innanzitutto finanziare cospicuamente le politiche di marketing territoriale e coordinarle con quelle sui trasporti. E’ inutile promuoverci per esempio a Shangai se le rotte ce le abbiamo da e per Ginevra favorendo anche una intensa attività di scambi culturali.


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