I treni storici della Sardegna ridotti a un ammasso di rottami arrugginiti: fine ingloriosa del Museo delle Ferrovie della Sardegna

Sono fermi lì, vicino a via San Gottardo a Monserrato, dopo aver concluso la loro onorata carriera. Non erano veloci e confortevoli come i nuovi Hitachi Blues, ultimi arrivati in Sardegna, ma sono l’ultima dimostrazione di una passato, a dire il vero nemmeno tanto remoto, scavalcato dalla tecnologia che galoppa a multi-alimentazione


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Monserrato – I treni storici della Sardegna ridotti a un ammasso di rottami arrugginiti: fine ingloriosa del Museo delle Ferrovie della Sardegna, un valore inestimabile di vagoni e locomotori antichi dimenticati tra erbacce e intemperie. Sono fermi lì, vicino a via San Gottardo, dopo aver concluso la loro onorata carriera. Non erano veloci e confortevoli come i nuovi Hitachi Blues, ultimi arrivati in Sardegna, ma sono l’ultima dimostrazione di una passato, a dire il vero nemmeno tanto remoto, scavalcato dalla tecnologia che galoppa a multi-alimentazione.

Il museo era suddiviso per aree più quella che ospita il materiale rotabile storico del museo: qui giacciono anche le locomotive a vapore oltre ad alcune carrozze d’epoca. In programma vi è l’idea di un progetto per valorizzare il patrimonio storico culturale che la città di Monserrato detiene ma, attualmente, è sotto gli occhi di tutti il degrado che affligge i reperti. Sulla questione intervengono Andrea Zucca, Valentina Picciau e
Ivano Argiolas, Gruppo Pauli Monserrato – La Svolta: “Siamo alla fine del 2023 e dopo quasi 8 anni dall’insediamento di Locci nulla è stato fatto per riqualificare l’area prossima alla fermata metro Gottardo, in cui sorge il bellissimo museo delle ferrovie, chiuso oramai da piu di 10 anni.
L’area è di competenza dell’Arst ma ricade nel territorio di Monserrato di cui è un patrimonio inestimabile.
Il museo fu inaugurato il 12 Dicembre del 1996. Ma nel 2010 iniziarono le prime infiltrazioni d’acqua. Negli anni tra il 2011 e il 2013 in cui ero assessore alla cultura – spiega Zucca – ancora era possibile visitarlo con gruppi organizzati.
Ci furono diversi passaggi coi dirigenti ARST e la RAS stava predisponendo un finanziamento ad hoc per la sistemazione del museo e la valorizzazione dei tanti vagoni esterni e dell’area circostante, con l’intento di trasformarlo in un fiore all’occhiello, essendo unico in Sardegna.
Purtroppo non si è saputo più nulla da allora. Intanto il museo è stato chiuso ed il rischio è che quel patrimonio vada disperso.
I vagoni vittime delle intemperie sono sempre più logorati, l’area esterna è visibilmente trascurata e siamo molto preoccupati per tutto ciò che era esposto nel museo.
Chiediamo all’attuale amministrazione che si faccia portavoce con l’Arst e con la RAS prima che sia troppo tardi per salvare questo patrimonio che darebbe lustro a Monserrato e potrebbe creare e rilanciare servizi in una zona in cui è presente il capolinea della metropolitana e punto di scambio importante per diversi paesi”.


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