I ristoratori di Cagliari uniti: “Pronti a riaprire con le barriere in plexiglass”

Casse vuote e tante spese da un mese e mezzo. Nel giorno in cui arrivano dati confortanti legati al Coronavirus, i ristoratori cittadini lanciano un appello: “Vogliamo riprendere a lavorare in sicurezza, le barriere però ce le deve pagare il Governo”


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Le casse? Vuote? Le celle frigorifere? Idem. Il portafoglio? Come sopra. I ristoratori di Cagliari sono, più o meno, alla fame. Sembra un controsenso, eppure è così: da un mese e mezzo zero clienti e serrande abbassate per chi non è riuscito o non ha voluto attivare un servizio a domicilio. Il ristorante “classico”, poi, vive di convivialità: quattro chiacchiere e due risate in compagnia sono, da sempre, una delle regole di chi vuole mangiare fuori casa. E, nel giorno in cui in Sardegna arrivano dati confortanti sul Coronavirus, i ristoratori “chiusi” in casa vanno alla carica: “Siamo pronti a riaprire. Evitare i contagi? Certo, con le barriere in plexiglass”. Più di un imprenditore, quindi, sposa l’idea che, da giorni, rimbalza in tutta Italia: barriere protettive tra i tavoli per evitare che le particelle di saliva possano raggiungere chi è seduto di fronte. Ma, c’è un ma: le barriere vanno acquistate e, con i portafogli quasi prosciugati, il messaggio al Governo è chiaro: “Deve aiutarci con un bonus barriere”.

Ne è sicuro Antonello Spissu, storico ristoratore del Corso Vittorio: “Ho due sale, sono disposto a piazzare questi pannelli per la sicurezza dei miei clienti, ma se lo faccio io devono farlo tutti, no a figli e figliastri”. E, soprattutto, “il Governo deve darci una mano e un bonus per acquistarli. Da un mese e mezzo sono fermo, così mia moglie, il cuoco e due bravissimi ragazzi che venivano a lavorare i weekend. Pago 1500 euro al mese di affitto, siamo con l’acqua alla gola”. Anche Luciano Incani, ristoratore di viale Sant’Avendrace, sposa l’idea: “Pannelli in plexiglass? Ok, bisogna comunque attendere e vedere cosa decideranno di fare i politici. Sono un po’ giù di corda, anche il mio personale non se la sta passando bene. Ho già chiesto e ottenuto i seicento euro del Governo, ora dovrò capire come poter avere il finanziamento. Mi manca il mio lavoro, non sappiamo ancora quando finirà questo caos ma la voglia di ripartire c’è tutta”.


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