I nostri politici pensano alla poltrona, i nostri figli emigrano

L’opinione di Gianfranco Carboni: soltanto i fighetti, i figli dello spritz protetti dai nostri prodi statisti possono resistere in Sardegna. Gli altri, la maggior parte dei ragazzi sardi, costretti ad emigrare mentre i politici cercano di “incollare” un nuovo governo


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di Gianfranco Carboni

I figli della crisi ed i figli… è ora di una rivoluzione della maggioranza silenziosa, di sinistra e progressista. Le emergenze sono tante sociali ed economiche, evitando di elencarle per l’ennesima volta, si possono sintetizzare in tre parole: subiamo un impoverimento progressivo. I nostri fratelli, sorelle, amici sono costretti ad emigrare e spesso sono i migliori, capaci e professionalizzati. Indubbiamente, seppur spezzando affetti e rapporti umani, gli va riconosciuto un gran coraggio, come i nostri nonni.

La stessa generazione che aveva utilizzato tanta cordicella per legare le valigie, spostandosi nelle Americhe, nell’Italia settentrionale ed Europa. Dopo di loro alcune generazioni, dal dopoguerra in poi, sono state fortunate ed ora eccetto fighetti, figli dello spritz e figli dei figli, succede la stessa identica vicenda. Riportateli a casa, mandateci che SO? (incertezza), qualcuno ad imparare cosa vuol dire stare a lavare piatti per anni o passare cinque anni in un call center, magari con una o più lauree in tasca. E, mentre i nostri giovani e prodi statisti, invece di dividere pani e pesci si dividono “cadire” e “cadiredde, i nostri giovani e meno giovani soffrono, per la quasi totalità, il distacco dalla loro amata terra. Riportateceli e mandateci qualcuno a sostituirli, regalateci un Natale ed un Capodanno da prima Repubblica, un nuovo anno di sogni… decidete voi chi e come, orbene in ogni caso sappiamo che è stata vostra la colpa, perciò salvate il salvabile.


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