I “Figli della crisi” in politica chiamano i Sovranisti

I giovani sulcitani pronti a preparare una lista ed esprimere un candidato presidente alle elezioni regionali di marzo. “Il partito di Maninchedda è l’unico interessato ai sardi e alla Sardegna, vogliamo dialogare con loro”.


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Non tolgono le tende anzi intendono piantarle ancora più solide in zona Consiglio regionale i “Figli della crisi” del Sulcis. Cinquanta giorni dopo la marcia su Cagliari che li ha portati dritti in via Roma a stare al freddo e al gelo, feste comprese, per rivendicare il diritto a lavoro e futuro, sono convinti di proseguire sulla strada tracciata solo qualche ora fa: scenderanno personalmente in politica, faranno una lista ed esprimeranno un proprio candidato presidente. Snobbano, i giovani che vivono nella provincia più povera d’Italia, i grandi partiti interessati – dicono – solo a se stessi e all’Italia e non certo alla Sardegna. Ma salvano i sovranisti del Partito dei Sardi di Paolo Maninchedda e Franciscu Sedda, gli unici “a essere interessati ai problemi dei sardi e della Sardegna”, ai quali con una sorta di appello chiedono di dialogare con loro, andando così a rimpolpare le fila di chi – da Sel ai Rossomori, da Irs a Sardigna Natzione fino a don Ettore Cannavera – con Maninchedda e i suoi ci dialoga già da molto tempo, tenendo ancora col fiato sospeso chi chiede a gran voce un candidato presidente, che la maggior parte dei sostenitori individua proprio in Maninchedda. “Con questo nostro impegno in politica vogliamo dare voce ai giovani e abbiamo anche progetti importanti da presentare sulla moneta territoriale, sul turismo rurale, sull’agroalimentare e sul diritto allo studio”, dice Ivano Sias spiegando che la decisione è stata presa dopo “il rifiuto del presidente Cappellacci di riceverci a Villa Devoto per ascoltarci. All’inizio non ci pensavamo a fare liste e fare attivamente politica, poi pian piano abbiamo capito che possiamo portare un contributo di idee importante per lo sviluppo dell’Isola”.