I diabetici in trincea: “Costretti a fare anche 100 chilometri per curarci, lasciate Diabetologia a Cagliari”

La malattia più “nota” nell’Isola è anche quella con maggiori casi di criticità e malasanità. Da gennaio cure solo al Binaghi e, a breve, a Quartu. Pazienti impauriti, Gianluca Aru: “Dieci inutili chilometri in più, so già che dovrò riprogrammarmi visite fissate per luglio 2024, sperando di trovare posto”. Gabriella Ciullo: “Da Assemini a Oristano per ogni visita, per me mai posto a Cagliari e provincia. Non ce la faccio più a sobbarcarmi lunghi ed estenuanti viaggi”


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Convivono con la malattia più “nota” in tutta la Sardegna, che l’ha portata ad essere tra i primi paesi al mondo: il diabete. Ora, però, i diabetici sardi, soprattutto quelli del sud dell’Isola, attendono l’anno nuovo senza la bottiglia di spumante tra le mani ma con, in alternativa, un rosario che stanno già sgranando. Pregano, davvero, di poter continuare a essere seguiti e, in qualche caso, di non dovere più macinare tantissimi chilometri per incontrare un dottore che dovrà prescrivergli una terapia o eseguire un check up del loro fisico. Capodanno 2024 è dietro l’angolo, dal primo gennaio Diabetologia passerà al Binaghi e, tra non molto, a Quartu, lasciando quindi per sempre il Brotzu. E la paura è davvero tanta. Gianluca Aru ha 52 anni, è diabetico e vive a Sestu: “Il centro diabetologico del Brotzu verrà chiuso e trasferito, sin qui nulla di preoccupante ma non sono sicuro che da gennaio funzionerà tutto. Dovrò invece chiamare l’ospedale per fissare un nuovo appuntamento che era già programmato per aprile, oltre che per i miei piani terapeutici senza i quali non potrò avere i miei materiali diabetologici, indispensabili per curarmi”, afferma. Aru ha ricevuto la comunicazione direttamente dal suo medico ed è sbiancato in volto: “Inoltre, il passaggio a Quartu sembra essere dovuto al volere della Regione Sardegna, in base anche a riunioni fatte con rappresentanti di associazioni diabetiche, sia stato deciso perchè giudicato migliore. Ma per me arrivare sino a lì vuol dire fare il triplo dei chilometri, e in via Bizet sarà un grossissimo problema trovare parcheggio. E il servizio farmaceutico presente alla Fiera sarà trasferito in via Romagna a Cagliari. Un altro passo indietro, visto che sino a 6 anni fa lì si consegnavano i materiali diabetologici. Alla Fiera c’è un vasto parcheggio, alla Cittadella della salute no”, ricorda ancora Aru. “Gli spostamenti dei reparti, per noi diabetici del Cagliaritano, rappresentano scelte molto poco pratiche”.
E c’è chi per curarsi deve fare ben cento chilometri. È il caso di Gabriella Ciullo, 70enne di Assemini: “Ogni volta devo andare sino a Oristano. Ho provato a farmi seguire al Brotzu o al Policlinico, mi hanno sempre risposto che non hanno lo spazio”, lamenta l’anziana. “Spazio che ho trovato solo a Oristano, ma vuol dire farsi quasi duecento chilometri tra andata e ritorno ogni volta, pur di avere garantite le cure. Alla mia età non ce la faccio più, diventa ogni giorno più difficile imbastire lunghi spostamenti, anche se non sono quotidiani ma periodici. Spero, da gennaio, di trovare un posto più vicino. Va bene anche il Binaghi, basta che venga davvero seguita costantemente dai dottori”. Intanto, la polemica sul trasferimento di Diabetologia, per quanto già deciso, continua a scatenare feroci polemiche anche a livello politico e sindacale. Edoardo Tocco, presidente del Consiglio comunale di Cagliari, è netto: “È necessario che si possa salvaguardare il complesso di Diabetologia al Brotzu”, sottolinea, “considerato un avamposto strategico per tutte le patologie. L’attuale centro assicura un’assistenza che supera i 5mila pazienti esterni, con altre prestazioni aggiuntive per le patologie interne ai presidi ospedalieri di Cagliari. Un’eccellenza sul territorio, insomma, per Tocco: “Per questo auspico si possa trovare una soluzione per la continuità delle visite nel polo specialistico del Brotzu, per non disperdere l’enorme patrimonio all’interno della struttura. Non sarebbe male, in quest’ottica, prevedere l’incremento delle visite con una doppia dislocazione anche al Binaghi e, successivamente, nel complesso sanitario di via Bizet a Quartu”. Gianfranco Angioni, dell’Usb, è laconico: “È sempre più flebile la speranza di salvare il più importante centro diabetologico della Sardegna”.


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