Tanti mezzi, tra gru giganti e da “movimento terra”, su quello che, stando alle accuse mosse dall’ex presidente della Regione sarda Mauro Pili, sarebbe “un sito tedesco di una società di Duisburg che ha rimesso sul mercato decine e decine di mezzi portuali”. Per la precisione, quelli “del Porto Canale di Cagliari, svenduti in Germania. Nel sito sono state pubblicate le famose fotografie realizzate due mesi fa da circospetti signori tedeschi accompagnati da un alto dirigente dell’autorità portuale di Cagliari direttamente sulle banchine. Un fatto che denunciai immediatamente facendo comprendere la gravissima commistione tra la Contship e le autorità pubbliche. La svendita riguarda tutti i mezzi nella disponibilità della Contship”, afferma Pili, “la quale non solo non ha rispettato la concessione, quindi provocando ingenti danni economici e infrastrutturali, oltreché strategici, ma non ha pagato un solo euro di risarcimento alla stessa autorità portuale, che non risulta abbia chiesto niente in tal senso. Quest’operazione è stata messa in atto con una viltà gravissima nei confronti dei lavoratori che erano stati redarguiti dalla dirigenza sul fatto che si stesse lavorando per ripristinare l’operatività del Porto Canale”.
In realtà si pianificava da tempo la chiusura, la dismissione, la frammentazione della banchina a favore di soggetti privati, e appunto la svendita dell’intero patrimonio mezzi del Porto Canale. Le fotografie pubblicate dal sito internazionale mettono in rilievo l’intera struttura di transhipment del sud Sardegna mostrando una desolante gestione della struttura portuale. Ho deciso di trasmettere queste immagini e una puntuale relazione alla Corte dei Conti perché valuti il comportamento dell’autorità portuale in relazione alle mancate contestazioni economiche e il danno erariale commesso con la dismissione del Porto Canale. Valuterà la stessa Corte dei Conti se tale comportamento si configura come dolo da parte dei soggetti pubblici delegati al rispetto del contratto di concessione. È impensabile che si sia consentito alla Contship di vendere tutto questo patrimonio senza prima aver definito le condizioni di recesso della stessa concessione. E sono curioso di sapere chi acquisterà quei mezzi, magari passeranno sull’altra sponda”.