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Qui la mappa interattiva del monitoraggio, con i punti di campionamento e i risultati delle analisi
Dei 29 punti monitorati sulla costa, 4 risultano oltre i limiti di legge. Di questi, 3 sono stati giudicati “fortemente inquinati” e 1 “inquinato”. Nel mirino ci sono sempre canali e foci, i principali veicoli con cui l’inquinamento microbiologico, causato da cattiva depurazione o scarichi illegali, arriva in mare.
È questa in sintesi una fotografia scattata lungo le coste della Sardegna da un team di tecnici e volontari di Goletta Verde, la storica campagna di Legambiente dedicata al monitoraggio e all’informazione sullo stato di salute delle coste e delle acque italiane. A parlarne, nel corso di una conferenza stampa tenuta stamane a Cagliari, sono stati la direttrice di Legambiente Sardegna Marta Battaglia, la referente del Coordinamento Giovani Valentina Basciu, il dirigente regionale e Presidente del Circolo di Guspini Ruggero Ruggeri, il Responsabile scientifico Vincenzo Tiana.
Per la prima volta quest’anno la Goletta non segue il classico itinerario coast to coast a bordo dell’imbarcazione, che si prende una piccola pausa nel rispetto delle restrizioni per il distanziamento fisico imposte dalla pandemia. Il viaggio ideale lungo la Penisola vive infatti di una formula inedita, ma che ugualmente punta a non abbassare la guardia sulla qualità delle acque e sugli abusi che minacciano le coste italiane. Dopo una settimana di eventi all’insegna di una Goletta virtuale – dal sopralluogo sui luoghi dell’alluvione 2013 a Olbia al webinar sulle nuove sfide del turismo costiero, dal convegno sassarese sulla tutela del Golfo dell’Asinara a quello sui cambiamenti climatici a Cagliari sino all’evento Plastic land di Terralba – la campagna arriva alla conclusione con i risultati dei monitoraggi.
La 34esima edizione di Goletta Verde vede come partner principali CONOU, Consorzio Nazionale per la Gestione, Raccolta e Trattamento degli Oli Minerali Usati, e Novamont, azienda leader a livello internazionale nel settore delle bioplastiche e dei biochemicals. Partner sostenitore è invece Ricrea, Consorzio nazionale per il riciclo e il recupero degli imballaggi in acciaio. La campagna 2020 è inoltre realizzata con il contributo di Fastweb. Media partner è la Nuova Ecologia.
Il dettaglio delle analisi di Goletta Verde
È bene ricordare che il monitoraggio di Legambiente non vuole sostituirsi ai controlli ufficiali, ma punta a scovare le criticità ancora presenti nei sistemi depurativi per porre rimedio all’inquinamento dei nostri mari, prendendo prevalentemente in considerazione i punti scelti in base al “maggior rischio” presunto di inquinamento, individuati dalle segnalazioni dei circoli di Legambiente e degli stessi cittadini attraverso il servizio SOS Goletta. Foci di fiumi e torrenti, scarichi e piccoli canali che spesso troviamo sulle nostre spiagge rappresentano i veicoli principali di contaminazione batterica dovuta alla insufficiente depurazione dei reflui urbani o agli scarichi illegali che, attraverso i corsi d’acqua, arrivano in mare. Le località costiere, inoltre, spesso pagano problematiche che si estendono fino ai comuni dell’entroterra. La denuncia sulle carenze depurative da parte di Legambiente vuole provare a superare questo deficit cronico, anche per tutelare il turismo e le eccellenze dei territori. Il monitoraggio delle acque della Sardegna è stato effettuato dal 14 al 22 luglio scorsi, da volontari e volontarie dell’associazione.
I parametri indagati sono microbiologici (Enterococchi intestinali, Escherichia coli) e vengono considerati come “inquinati” i campioni in cui almeno uno dei due parametri supera il valore limite previsto dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010) e “fortemente inquinati” quelli in cui i limiti vengono superati per più del doppio del valore normativo.
Sono 5 i punti di costa sarda monitorati in nell’area della Città metropolitana di Cagliari, di questi due sono risultati “fortemente inquinati”, parliamo del punto alla foce del rio Foxi nell’omonima località a Quartu Sant’Elena e del punto in mare nei pressi di via Maiorca in località S’Oru e Mari sempre nel Comune di Quartu Sant’Elena. Nel caso del punto in spiaggia in località Cala Mosca nel comune di Cagliari, del punto in spiaggia di fronte la foce Rio, in località Solanas nel Comune di Sinnai e del punto in spiaggia a Santa Margherita di Pula di fronte al viale delle Pleiadi, i risultati sono “entro i limiti” di legge.
Altri 4 punti sono stati invece campionati nella provincia di Oristano e risultano tutti “entro i limiti” di legge. Parliamo del punto sullo sbocco a mare del Comune di Arborea, del punto sulla foce del fiume Tirso, in località Torre Grande di Oristano, del punto sulla spiaggia in località S’Archittu nel Comune di Cuglieri, del punto sulla foce del fiume Temo in località Bosa Marina nel Comune di Bosa.
I 6 punti indagati in provincia di Nuoro, sono risultati tutti “entro i limiti” e sono: il punto sulla spiaggia di fronte lo stagno Li Cucutti nell’omonima località nel Comune di Budoni, il punto in spiaggia di fronte il rio Siniscola nel Comune di Siniscola, il punto sulla foce del fiume Cedrino in località Santa Maria nel Comune di Orosei, del punto in spiaggia di fronte la foce del rio Pelau in località spiaggia di Foddini nel Comune di Cardedu, il punto sulla spiaggia di Palmasera in località Cala Gonone nel Comune di Dorgali e il punto sulla spiaggia centrale di Santa Maria Navarrese nel Comune di Baunei.
Nella provincia del Sud Sardegna i punti monitorati sono stati 4 e sono anche qui tutti “entro i limiti”. Sono il punto sulla spiaggia di Tuerredda nel Comune di Teulada, il punto alla foce del rio Mannu in località Portixeddu nel Comune di Buggerru, il punto in spiaggia Torre dei Corsari nel Comune di Arbus e il punto in spiaggia di fronte il fiume Flumendosa in località Porto Corallo nel Comune di Villaputzu.
Dei 10 punti campionati in provincia di Sassari, 1 è risultato “fortemente inquinato” e 1 “inquinato”. Parliamo rispettivamente del punto alla foce del corso d’acqua di via Garibaldi in località San Giovanni nel Comune di Alghero e del punto alla foce del rio Cuggiani in località San Pietro a Mare nel Comune di Valledoria. “Entro i limiti” i restanti otto punti, parliamo: del punto sulla spiaggia Rena Bianca nel Comune di Santa Teresa Gallura, del punto sulla spiaggia Caletta Est in località Cala Sabina nel Comune di Golfo Aranci, del punto in spiaggia in via Tramontana in località Pittulongu nel Comune di Olbia, del punto in spiaggia in località Cala D’Ambra nel Comune di San Teodoro, del punto ai Bastioni Cristoforo Colombo in località San Giovanni di Alghero, del punto in spiaggia in località Fertilia sempre nel Comune di Alghero, del punto sulla spiaggia Terzo Pettine in località Marina di Sorso nel Comune di Sorso e del punto sulla spiaggia Isola Rossa nell’omonima località nel Comune di Trinità d’Agultu.
“Il mare della Sardegna si conferma complessivamente in buona salute, con 4 punti anomali sui 29 campionati (inferiori ai 5 del 2019 e 7 del 2018). Segno positivo questo, una situazione ottima anche se permangono alcune situazioni critiche, che da più anni registriamo e segnaliamo agli enti competenti e sui quali è necessario un intervento deciso e corale, che metta in luce le effettive cause dell’inquinamento e si ponga come obiettivo la definitiva risoluzione delle criticità. Con l’eccezione di S’Oru e Mari, che per il primo anno scopriamo fortemente inquinato, gli altri 3 punti con valori oltre i limiti sono tutti in corrispondenza degli sbocchi a mare di corsi d’acqua, anche piccoli rivoli che sfociano in spiaggia portando in mare un carico inquinante legato proprio a scarichi illegali o a problemi di depurazione. Nonostante le foci dei fiumi siano considerate non balneabili dalle autorità preposte, spesso sono frequentate da bagnanti e in particolare dai bambini, ignari dei rischi sanitari anche a causa della mancanza o scarsa cura dei cartelli di divieto di balneazione”, ha affermato nel corso dell’incontro con i media Marta Battaglia, direttrice di Legambiente Sardegna.
“C’è da sottolineare – dichiara Andrea Minutolo, responsabile nazionale dell’Ufficio Scientifico di Legambiente – come la foce del Rio Foxi e la foce del canale che sfocia tra via Garibaldi e via Aldo Moro nel comune di Alghero non risultano campionate dalle autorità competenti; in particolare sul punto di Alghero giudicato fortemente inquinato, secondo il portale acque del Ministero della Salute – che raccoglie i dati dei prelievi eseguiti dalle autorità di controllo con cadenza periodica – l’area prossima a quella campionata dai tecnici volontari di Goletta verde risulta temporaneamente vietata alla balneazione per le anomalie riscontrate nei prelievi ufficiali eseguiti nella metà luglio. Anomalie che si erano verificate anche nei controlli ufficiali di maggio. A dimostrazione di come il monitoraggio scientifico di Goletta verde sia complementare a quello svolto dalle autorità competenti, che pur avendo finalità differenti permettono di andare alla ricerca delle criticità che mettono a repentaglio la qualità delle acque dei nostri mari “.
Il monitoraggio scientifico
I prelievi e le analisi di Goletta Verde vengono eseguiti da tecnici e volontari di Legambiente. L’ufficio scientifico dell’associazione si è occupato della loro formazione e del loro coordinamento, individuando laboratori certificati sul territorio. I campioni per le analisi microbiologiche sono prelevati in barattoli sterili e conservati in frigorifero, fino al momento dell’analisi, che avviene lo stesso giorno di campionamento o comunque entro le 24 ore dal prelievo. I parametri indagati sono microbiologici (enterococchi intestinali, escherichia coli). Il numero dei campionamenti effettuati viene definito in proporzione ai Km di costa di ogni regione.
LEGENDA
Facendo riferimento ai valori limite previsti dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010) i giudizi si esprimono sulla base dello schema seguente:
INQUINATO = Escherichia Coli >500 UFC/100ml e/o Enterococchi intestinali >200 UFC/100 ml.
FORTEMENTE INQUINATO = Escherichia Coli >1000 UFC/100ml e/o Enterococchi intestinali >400 UFC/100 ml.
Permangono le criticità sulla cartellonistica informativa rivolta ai cittadini che, nonostante sia obbligatoria ormai da anni per i Comuni, non viene ancora rispettata. Indicazioni che hanno la funzione di divulgare al pubblico la classe di qualità del mare e i dati delle ultime analisi. Il punto giudicato inquinato alla foce del rio Cuggiani a Valledoria, è un punto da diversi anni nel mirino dei campionamenti dei tecnici di Goletta Verde e spesso ha dato valori oltre i limiti di legge. Essendo un punto facilmente accessibile ai bagnanti e molto frequentato, esortiamo le autorità predisposte a individuare le criticità depurative presenti lungo il rio e ad intervenire tempestivamente anche a livello di informazione ai bagnanti, non essendoci il cartello di divieto di balneazione a ridosso delle sponde del rio. Inoltre solo in 1 punto su 29 sono stati avvistati dai tecnici di Goletta verde i cartelli informativi sulla qualità delle acque, nonostante siano un obbligo di legge da diversi anni.
Anche per l’edizione 2020 il CONOU, Consorzio Nazionale per la Gestione, Raccolta e Trattamento degli Oli Minerali Usati, affianca, in qualità di partner principale, le campagne estive di Legambiente, Goletta Verde e di Goletta dei Laghi. Nel 2019 il CONOU ha provveduto in Sardegna alla raccolta di 3.403 tonnellate di olio lubrificante usato, un dato in crescita rispetto all’anno precedente quando il totale raccolto è stato pari a 3.050 tonnellate. L’olio minerale usato è un rifiuto pericoloso che, se smaltito impropriamente, può determinare gravi effetti inquinanti. Se gestito e rigenerato correttamente, può divenire una risorsa preziosa che torna a nuova vita sotto forma di basi lubrificanti.
“Preservare l’integrità degli ecosistemi acquatici è un obiettivo centrale per il CONOU, impegnato da 36 anni ad evitare che un rifiuto pericoloso come l’olio lubrificante usato possa danneggiare i nostri mari e laghi. Basti pensare che, dall’inizio della sua attività, il Consorzio ha salvato dall’inquinamento una superficie grande due volte il mar Mediterraneo” dichiara Paolo Tomasi, Presidente del CONOU.
Dal 1984 a oggi il CONOU ha raccolto 6 milioni di tonnellate di olio usato, avviandone a rigenerazione 5,3 milioni e consentendo così la produzione di 3 milioni di tonnellate di olio rigenerato e un risparmio sulle importazioni di petrolio di circa 3 miliardi di euro. Sotto la guida del Presidente Tomasi dal 2003, ha continuato la sua progressione di eccellenza diventando un esempio virtuoso di economia circolare, collocando l’Italia ai massimi livelli europei e internazionali. Traguardi che sono stati raggiunti anche grazie a una continua e capillare attività di formazione e informazione svolta sul territorio, allo scopo di sensibilizzare e sostenere ogni anello della catena in grado di contribuire al successo della filiera e alla circolarità 100% (di raccolta e rigenerazione) di cui oggi essere fieri.