
In fondo, lo sapevamo tutti che sarebbe finita così. Abbiamo sperato, pregato, non dormito e implorato pietà, ma lo sapevamo che per Giulia non ci poteva essere scampo.
Il copione è sempre lo stesso, un uomo geloso e possessivo che non riesce ad accettare la fine di una storia. E che, per evitarlo, uccide la donna che vuole lasciarlo. Giulia Cecchettin aveva 22 anni, era solare e benvoluta, piena di amici e aveva una seduta di laurea fissata per giovedì scorso. Filippo no, lui ancora quel traguardo non l’aveva raggiunto, e poi non sopportava più che lei volesse uscire con le amiche o stare in famiglia: Giulia, doveva stare con lui. E lui sempre con Giulia. “Se mi lasci mi ammazzo”, le diceva. E lei, ogni volta, cedeva perché gli voleva bene e per non sentirsi in colpa. Fino ad agosto, quando l’addio è stato definitivo. Per lei, non per lui.
Una settimana fa ha rapito Giulia dopo averla picchiata a mani nude, aggredita e averla caricata sanguinante in auto. Domenica l’auto, la grande Fiat Punto nera di cui tutti abbiamo imparato a memoria la targa, è stata avvistata in Austria, e dentro c’era solo una persona. Oggi, poco prima di mezzogiorno, il corpo di Giulia è stato ritrovato nei pressi del lago Bracis, vicino Pordenone: dopo essere stata picchiata e brutalizzata, è stata uccisa e il suo corpo fatto rotolare per 50 metri lungo un dirupo fino al canalone dopo poi è stato trovato.
Introvabile Turetta. Dopo l’appello del procuratore che l’ha incitato a costituirsi anche nel suo interesse, quello dei suoi stessi genitori: “Consegnati alla polizia”. Pochi giorni fa, avevano fatto un appello insieme ai genitori di Giulia chiedendo ai ragazzi di tornare a casa.
Elena, la sorella di Giulia, lo sapeva da subito quello che era successo, perché sapeva delle pressioni, della gelosia, dell’ossessione malata di Filippo per Giulia. Ci ha sperato ma lo sapeva. “E’ stato il vostro bravo ragazzo”, ha scritto sui social.
Intanto Vigonovo si stringe intorno alla famiglia, già duramente provata dalla perdita della mamma di Giulia qualche mese fa. Fiori, biglietti, candele e pelouche davanti a casa sua per ricordare una ragazza benvoluta da tutti. “Riposa abbracciata alla tua mamma, piccolo angelo”.