di Enrica Anedda Einrich
C’erano una volta a Cagliari, affacciati sul Viale Regina Elena, i Giardini del Charanga. Si trovavano dentro il bellissimo complesso architettonico, progettato da Ubaldo Badas negli anni 30, che si diparte dai Giardini Pubblici e arriva sino ai Giardini sotto le mura, lungo il Terrapieno. Rimasti abbandonati per lungo tempo, negli anni 90 furono affidati a una associazione culturale che dopo averli ripuliti e abbelliti vi aprì un locale, ideato da Laura Raia Dolfi e dalla sua socia: i Giardini del Charanga, appunto.Erano bellissimi e accoglienti, frequentati durante le serate estive da giovani e meno giovani: si bevevano ottimi drink e si ascoltava buona musica in mezzo al verde.
Per ragioni misteriose nel 2006 i giardini sono stati chiusi. Una decisione dell’Assessorato al patrimonio allora guidato da Gianni Chessa ( oggi di nuovo Assessore ma nella Giunta Zedda, voleva fare i campi da golf nello stagno di Molentargius) il quale annunciò che in breve tempo avrebbe trovato una soluzione. Da allora, invece, alcune famiglie vivono negli edifici all’interno: hanno il loro parcheggio privato e fuori dal cancello ci sono persino il campanello e la cassetta della posta.
Più in alto, sempre parte dello stesso complesso architettonico, si trova la ex scuola Mereu che si affaccia sulla via Fiume. Anche la scuola è occupata da tempo immemorabile. E’ così una delle zone più belle di Cagliari è stata sottratta ai cittadini e occupata non si sa bene a che titolo (si suppone abusivo) da alcune famiglie.
Mi domando: invece di costruire mostri architettonici alle pendici di Castello perché non si valorizzano e restituiscono alla città i beni che già esistono? Perché amministratori e forze dell’ordine consentono per decenni che immobili e zone di pregio della città siano in balia degli abusivi ? E mi chiedo ancora: che fanno e cosa hanno fatto i consiglieri comunali di maggioranza e di opposizione? Dove vivono ?