Contro la guerra e, naturalmente, per la pace. Giampaolo Usala, settantenne di Cagliari e volto conosciuto nel rione di San Bartolomeo e in quello di Stampace (dove tiene aperta una delle sedi-circoli del Partito comunista) stringe forte tra la mani la bandiera con la falce e il martello dall’inizio alla fine del corteo antimilitarista organizzato da varie sigle a Cagliari: “Sono qui per portare la mia solidarietà prima di tutto ai lavoratori, poi è ovvio che sia anche Contro la guerra, porta solo ingiustizie e discriminazioni razziali”, dice Usala. Che ha anche una sua idea, ben radicata, su una possibile riconversione delle basi militari: “Vanno abolite e quegli spazi devono essere dati ai lavoratori sardi, come i nostri pastori. Sono tutte aree sottratte alla natura”. Un parere legittimo, ma che “stona” decisamente con chi, invece, sostiene a gran voce che la presenza di basi militari porti lavoro e prosperità alla Sardegna.
“Sì, ma portano principalmente danni”, sostiene, sicuro, il 70enne: “Vanno chiuse, questa è una decisione che va presa al più presto”.