Gemelline siamesi separate al Bambino Gesù, il medico sardo Carlo Marras protagonista dell’intervento

La delicata operazione, definibile unica al mondo, è riuscita. A capo dell’équipe un neurochirurgo sardo, Carlo Marras: “È stato un momento emozionante, un’esperienza fantastica, irripetibile”. Le piccole stanno bene


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C’è la Sardegna protagonista nel delicatissimo, e riuscito, intervento di separazione di due gemelline siamesi unite per la testa sin dalla nascita, avvenuto ieri al Bambino Gesù di Roma. e bambine, giunte a Roma dal Centrafrica, erano craniopaghe totali, una tra le più rare e complesse forme di fusione cranica e cerebrale. Avevano in comune le ossa dell’area posteriore del cranio e il sistema venoso. Ora stanno bene. A capo dell’équipe medica c’è stato Carlo Marras, neurochirurgo sardo: “È stato un momento emozionante, un’esperienza fantastica, irripetibile» sottolinea Marras, che è anche responsabile di Neurochirurgia del Bambino Gesù. “Era un obiettivo molto ambizioso e abbiamo fatto di tutto per raggiungerlo, con passione, ottimismo e gioia. Condividendo ogni passaggio, studiando insieme ogni minimo dettaglio”. L’operazione, appunto, è andata bene e può essere definita come la prima di questo genere al mondo: “È il primo caso in Italia – e probabilmente l’unico al mondo (in letteratura non sono descritte operazioni simili) – di intervento riuscito su una coppia di ‘craniopagi totali posteriori’, una tra le più rare e complesse forme di fusione a livello cranico e cerebrale. Posizionate nuca contro nuca, avevano in comune la scatola cranica e gran parte del sistema venoso”, così spiegano dall’ospedale.
Oltre un anno di preparazione e di studio con l’ausilio di sistemi di imaging avanzato e di simulazione chirurgica, culminato in tre interventi delicatissimi. L’ultimo, la separazione definitiva, il 5 giugno scorso, con un’operazione di 18 ore e l’impegno di oltre 30 persone tra medici e infermieri. A un mese di distanza le bambine stanno bene, hanno appena compiuto 2 anni e sono ricoverate nel reparto di Neurochirurgia dell’Ospedale della Santa Sede in due lettini vicini, una accanto all’altra, insieme alla loro mamma.


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