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“Mi stavo solo facendo un selfie. È tutto un equivoco e loro mi hanno aggredito”. Ci sarebbe dunque un equivoco dietro la denuncia pubblica di un gruppo di giovani che, in gita in barca lungo la costa di Baunei, ha accusato una ragazza di averli ripresi e fotografati col cellulare perché “gay ed eccentrici”, almeno stando alla replica di una protagonista della vicenda.
“Ero seduta nella panchina e stavo per scendere a Cala Sisine”, racconta Tiziana, 30 anni, “e mi stavo scattando un selfie, ma non ho visto chi c’era dietro e loro sono finiti nel mio scatto. Loro hanno equivocato e frainteso e mi hanno aggredito tentando di strapparmi il cellulare dalle mani. Sono stati momenti di paura, mi son agitata e spaventata. Io non sono omofoba”.
L’accusa del gruppo è stata circostanziata e ricca di dettagli e particolari. Ma Tiziana smentisce tutto. E la difende anche chi si trovava in barca con lei. “Un ragazzo si è alzato e l’ha aggredita verbalmente”, racconta Luciano Batteta, “ma Tiziana si è giustificata perché lei si stava scattando un selfie e loro sono finiti in secondo piano nello scatto. Lui le ha detto: “Mi stai fotografando perché son frocio” e allora sono intervenuto per aiutare Tiziana, che è oltretutto è in cura per qualche problema di salute. Loro sono stati molto aggressivi, ma se si sono sentiti offesi noi chiediamo scusa, ma da parte nostra nessun gesto omofobo. Io stesso ho parecchi amici omosessuali e transessuali coi quali vado d’accordissimo”.