Gabbiano esploso col petardo, 30mila euro a testa per i due pescatori

Un gesto ignobile, a pochi mesi dal reato, per i due pescatori è stata applicata una sanzione di 30mila euro di multa a testa. Il popolo del web insorse con indignazione: da lì le indagini dei Carabinieri che identificarono e denunciarono i due autori della vicenda


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Un gesto efferato, atroce, inspiegabile: avevano legato al collo di un gabbiano un potente petardo, poi, cellulare alla  mano, avevano ripreso tutta la drammatica scena dalla loro barca e avevano postato il video su Facebook. Quel povero animale fu fatto esplodere, ma per i due pescatori la bravata è costata cara, perché i responsabili del gesto, (originari di Siniscola), dovranno pagare una pesantissima sanzione e avranno conseguenze penali. 

LA SANZIONE. 30mila euro, in seguito alla pubblicazione di quel frame video di qualche minuto, il mondo virtuale del web insorse. I Carabinieri della Compagnia di Siniscola, a seguito di accurate indagini, identificarono sia l’imbarcazione e il suo equipaggio. Scattò immediatamente la denuncia alla Procura della Repubblica, dopo la denuncia, si è mossa anche la Guardia Costiera della Caletta che, ai sensi del codice della navigazione, ha inflitto ai responsabili una sanzione amministrativa pesantissima, un verbale che nei giorni scorsi, è stato notificato ai giovani accusati di aver fatto esplodere il volatile al largo dell’isola di Tavolara. Pericoloso anche il materiale esplodente, gli accertamenti hanno infatti decretato che il petardo, un lupo 26, è una sorta di bomba classificata con categoria IV dei prodotti pirotecnici.   

LA LIPU. “La Lipu si costituirà Parte Civile nell’eventuale processo che subiranno i due pescatori di Nuoro che, l’estate scorsa, uccisero con brutalità un gabbiano reale – si legge nella nota stampa della LIPU – dopo averlo catturato, i pescatori gli legarono un petardo al collo che esplose pochi secondi dopo mentre l’uccello si allontanava in volo dall’imbarcazione dopo esser stato liberato. Le terribili immagini della morte del gabbiano, rese pubbliche da un video apparso in rete, visto e duramente condannato da tantissime persone, hanno consentito ai Carabinieri di individuare gli autori del reato di cui all’articolo 544 bis del codice penale che punisce il maltrattamento di animali. La Lipu si è subito mossa, anche attraverso la delegazione regionale guidata da Francesco Guillot, per raccogliere informazioni sul grave episodio. Ora, con una lettera inviata al Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Nuoro, per il tramite del Comandante della Compagnia di Carabinieri di Siniscola, attraverso l’avvocato Fabio Procaccini, ha formalizzato la propria richiesta di volersi costituire come “persona offesa” dal reato nel procedimento penale aperto presso il Tribunale di Nuoro. “L’eccellente attività investigativa dei Carabinieri di Siniscola ha permesso di individuare rapidamente le persone autrici dell’orribile gesto e di questo siamo grati agli uomini dell’Arma – commenta il presidente della Lipu, Fulvio Mamone Capria – Attraverso i nostri legali intendiamo prendere parte al processo, perché sia ancora più chiaro che gli animali, domestici o selvatici, non sono oggetti dei quali fare ciò che ci piace. I crimini contro di loro vanno espulsi dalla storia e dalla cultura e per questo il processo per i fatti di Nuoro assume anche una forte valenza emblematica”.