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di Roby Collu
Francesco Fanti (in arte Frank Fanti) è un ragazzo cagliaritano che, partendo dalla passione per i tatuaggi, è riuscito a fare della propria passione un lavoro. Nel suo studio, il Golden Hand Dojo Tattoo, che si trova nel centro di Cagliari, esercita la sua attività da circa un anno. Sinora ha maturato una buona esperienza nella realizzazione dei tatuaggi, mettendo in mostra tutto il suo talento e la sua passione artistica. Ha partecipato a quattro Tattoo convention in Italia e lo scorso 30 maggio alla convention internazionale in Olanda, ad Amsterdam, dove ha rappresentato la nostra Isola in questa nuova realtà cresciuta vertiginosamente un po’ dappertutto. Soddisfatto di questa nuova esperienza internazionale, confessa: «E’ stata una buona opportunità per crescere e confrontarmi in un ambiente carico di spunti, novità e idee. Un’esperienza da vivere appieno, senza programmare nulla, che ho ricevuto come una piacevole e fresca folata di vento e rappresentando nel mio piccolo la Sardegna, affiancato da validissimi artisti provenienti da tutto il mondo». Francesco possedeva la passione per il disegno che coltivava fin da piccolo: riproduceva personaggi di fumetti e cartoni animati. Poi, ha frequentato il liceo artistico ed è lì che erano emerse le sue doti artistiche. Tra l’altro, dopo il diploma all’artistico, si era iscritto all’università laureandosi in lingue. Dopo essersi fatto fare il suo primo tatuaggio, all’età di 18 anni, iniziò poi a mettere in pratica il suo istinto creativo, la sua passione e la sua spiccata capacità di entrare in sintonia con le persone desiderose di farsi tatuare. In breve tempo, Francesco, è riuscito ad apprendere da autodidatta l’attività di tatuaggio artistico, ora si è cresciuto e si è affermato. «Non ho mai fatto alcun corso», dice Francesco, «né un apprendistato in nessuno studio. Ho semplicemente avuto la fortuna di trovare pochissime persone che mi hanno dato saggi consigli e l’opportunità di imparare molte cose osservando, per non parlare poi di tutte quelle che mi hanno dato fiducia nel farsi realizzare i miei primi “pasticci”»