Francesca, blogger di Carbonia: “Ricordiamo la nostra Gisella, uccisa con una violenza inaudita”

Francesca Marongiu, blogger di Carbonia, che da anni si batte anche contro la violenza sulle donne afferma: “Ricordo i nostri tremendi anni ’90. Avevo 10 anni quando Gisella è stata uccisa nell’ 89. Una Violenza nuova e inaudita per la nostra città. Una ferita mai chiusa per chi ha avuto la fortuna come me di conoscerla. Gli anni dopo sono stati terribili.  Oggi la mia Carbonia sembra voglia ricadere in quell’assurdo vortice di paura, di violenza, di coprifuoco”


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Oggi si celebra la La Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, vittime sempre più spesso di uomini incapaci di amare che trasformano il loro amore malato in violenza inaudita.  In tutta l’isola sono in programma manifestazione ed eventi per dire basta a questa escalation di episodi che la cronaca riporta quasi quotidianamente. Era l’estate del 1989 quando, in un pozzo delle campagne del Sulcis, fu trovato il corpo nudo di Gisella Orrù, 16 anni. La ragazzina era stata uccisa con un punteruolo nel cuore.
Francesca Marongiu, blogger di Carbonia, che da anni si batte anche contro la violenza sulle donne afferma: “Ricordo i nostri tremendi anni ’90. Avevo 10 anni quando Gisella è stata uccisa nell’ 89. Una Violenza nuova e inaudita per la nostra città. Una ferita mai chiusa per chi ha avuto la fortuna come me di conoscerla. Gli anni dopo sono stati terribili.  Oggi la mia Carbonia sembra voglia ricadere in quell’assurdo vortice di paura, di violenza, di coprifuoco. Oggi è la giornata internazionale contro la violenza sulle donne e, nel ricordare la nostra Gisella, pensiamo e facciamo in modo che mai più si debbano vivere anni bui come quelli che abbiamo già conosciuto. Ogni donna ha il diritto di essere amata. Ogni madre deve essere rispettata, ogni figlia e ogni figlio hanno diritto di crescere senza vedere la madre subire violenza. Ogni figlia e ogni figlio hanno il diritto di crescere avendo una madre viva e presente. Noi da madri di figli maschi, in questo, abbiamo grandi responsabilità, non mi stancherò mai di ripeterlo!
Da donna, che ha conosciuto la violenza, oggi l’unica arma che ho per aiutare le altre donne è comunicare, ribadire che bisogna denunciare. E lo farò fino alla nausea, se servirà, anche solo per aiutare una di noi. La cronaca vuole abituarci ad accettare che sia normale morire per mano dell’uomo che dice di amarci, che sia normale che i nostri figli vengano uccisi solo per farci ancora più male, che sia normale vivere con il volto sfigurato dall’acido. Ma non è assolutamente così”.