Francesca, 32 anni,di Donori: vola in Francia, ecco il lavoro stabile

Il personaggio del giorno di Cagliari Online è , Francesca Oggiano, 32 anni di Donori: ora si sente finalmente felice e realizzata, dopo anni di precariato in un paese che ancora una volta si dimostra fucina, e allo stesso tempo carnefice, di migliaia di cervelli in fuga

Una laurea in tasca e la voglia di realizzarsi nella sua isola, sogni spezzati da una meritocrazia che in Italia latita, rivitalizzati però, da una proposta arrivata d’oltralpe alla quale sarebbe stato molto difficile rinunciare. Lo studio, i tanti progetti ma soprattutto la determinazione di dare una svolta alla propria vita professionale, l’hanno portata in Francia, precisamente a Strasburgo.

LONTANA DA TUTTI. Lontana dai suoi cari, lontana dagli amici e dalla sua amata isola, Francesca Oggiano, 32 anni di Donori, ora si sente finalmente felice e realizzata, dopo anni di precariato in un paese che ancora una volta si dimostra fucina, e allo stesso tempo carnefice, di migliaia di cervelli in fuga. “Sono arrivata a Strasburgo ad Aprile dopo aver terminato gli esami del corso di laurea magistrale in scienze pedagogiche e dei servizi educativi – racconta –  sono partita con la borsa Erasmus traineeship, sarei dovuta rientrare a luglio 2016, ma eccomi qui con un contratto sino al 2018”. Il suo racconto, la sua storia, potrebbero apparire quasi banali al giorno d’oggi, uno dei tanti giovani italiani che lasciano il proprio paese in cerca di fortuna, eppure nel caso di Francesca, il fato, o se vogliamo il karma, hanno giocato un ruolo fondamentale: “Il mio lavoro è stato apprezzato dall’azienda, al punto che mi è stato proposto un contratto a tempo pieno, non potevo non accettare, un sogno che si realizzava senza neppure che me ne accorgessi”. La struttura che la ha accolta, il DASCA, è un istituto medico educativo autorizzato a titolo sperimentale che si occupa di diagnosi e cure precoci per l’autismo, accompagnamento medico-sociale, scolarizzazione ordinaria e speciale, adattamento e specializzazione delle metodologie di intervento. 

IL RACCONTO DI FRANCESCA. “Qui ho avuto modo di sviluppare delle competenze sull’accompagnamento di persone con disturbi dello spettro autistico, sulle tecniche e i metodi utilizzati – prosegue Francesca – questo grazie anche alla stretta collaborazione con il Ministero dell’Educazione Nazionale Francese, l’ospedale universitario di Strasburgo e il Centro Risorse Autismo Alsazia”. La vita di Francesca è completamente cambiata, partita con tutte le intenzioni di aggiungere al proprio curriculum vitae un altro importante tassello formativo, si è ritrovata a fare una scelta di vita ben precisa, e senza rimpianto alcuno, anzi: “Ho accettato subito per diversi motivi – spiega – innanzitutto perché amo questo lavoro, ma un ruolo fondamentale l’ha giocato la valutazione dello scenario professionale italiano, in particolare per le professioni in ambito pedagogico,  spesso mal retribuite e con contratti precari – aggiunge Francesca –  avevo bisogno di un impiego che mi facesse sentire valorizzata e considerata come una risorsa, a malincuore non riuscivo più ad immaginare il mio futuro in Italia”. Nonostante il presente le sorrida, in passato non si è certo mai tirata indietro Francesca, talvolta dividendo il suo prezioso tempo tra lo studio e una collezione di impieghi da far invidia, il tutto per racimolare ciò che in un paese civile dovrebbe essere un semplice, quanto sacrosanto, stipendio: “In Italia ho sempre lavorato tantissimo e spesso ho avuto 3 impieghi contemporaneamente, talvolta con mansioni totalmente differenti per riuscire a metter su uno stipendio dignitoso, qua lavoro 35 ore alla settimana e mi resta del tempo per vivere”. Certo non deve essere facile lasciare la propria amata terra, Francesca però è solo l’ennesimo caso di giovani che migrano, non solo per garantirsi un futuro migliore, ma per riappropriarsi di quella dignità che lo stato italiano pare quotidianamente calpestare, con o senza titoli, poco importa, accumunati, tutti, dalla speranza un giorno, di rientrare: “Mi capita spesso di riflettere sulla possibilità di tornare un domani in Sardegna, magari per portare nell’isola tutte le competenze che sto acquisendo qua – conclude Franscesca –  in questo momento però le priorità sono tre: sopravvivere al freddo alsaziano, formarmi il più possibile e mantenere vive tutte le relazioni alle quali tengo, nonostante la distanza”.

 

Fabio Leo


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