Frana il Psd’az di Solinas: lascia il capogruppo, nuovo gruppo in consiglio con altri scontenti

Franco Mula si è dimesso, non senza polemica, da presidente del gruppo consiliare. Ma è solo il primo passo verso l’addio al partito: secondo voci insistenti, con almeno altri due colleghi sarebbe pronto a fondare un nuovo gruppo in vista delle regionali di febbraio


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Non c’è pace per il presidente della Regione Solinas. Processato per abuso d’ufficio, indagato per corruzione in due inchieste, mollato dagli alleati che hanno fatto capire in tutti i modi di non avere nessuna intenzione di ricandidarlo alla presidenza della Regione, ora deve vedersela con le infinite grane interne al suo Partito sardo d’azione, dove la maggioranza che lo sostiene traballa sotto i colpi di non pochi malumori. Oggi, con un post su Facebook in stile motivazionale (“Quando la speranza, un sogno, una convinzione, un’illusione, ci fa imboccare la strada sbagliata, subentra la delusione a indicarci la giusta direzione”) e con una lettera al presidente in cui gli contesta, sostanzialmente, di essere un muro di gomma contro cui si sono infranti sogni e speranze personali e non solo, l’ex Riformatore Franco Mula ha lasciato l’incarico di capogruppo in consiglio regionale, senza però lasciare il partito. Per ora.

E’ evidente, al di là delle dichiarazioni di rito, che si tratta solo del primo passo di un percorso anche rapido che porterà all’addio al partito, deluso anche dal mancato assessorato nel Solinas bis. Anche se Mula viene dato già dentro Fratelli d’Italia, in realtà il piano potrebbe essere un altro: formare un nuovo gruppo consiliare insieme ad altri scontenti (girano i nomi di Piero Maieli e Stefano Schirru) che li traghetti poi in una lista alle regionali di febbraio.

Del resto, le acque all’interno del psd’az non sono tranquille, nonostante il tentativo di Solinas di riportare la pace con l’assessorato ai Trasporti dato a Moro, cosa che ha riportato la pace fra i due ma evidentemente non nel resto degli iscritti. Una situazione non facile, a pochi mesi dal voto e con l’ingombrante presenza di fratelli d’Italia che, numeri alla mano, è pronta a prendere il comando della coalizione.

 


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