“Fitte dolorose alla schiena, impossibile curarsi in Sardegna: notte a vuoto tra guardie mediche e farmacie”

Le cure che sono un miraggio, i disagi vissuti sulla pelle di un cagliaritano emigrato, da tempo, a Milano: “Torno nell’Isola solo per le vacanze. Ho girato per ore tra guardie mediche e farmacie. Una farmacista mi ha detto di andare al pronto soccorso anche se non ci sono medici: in pratica, avrei dovuto intasare il sistema sanitario per una puntura”


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Si è sentito male e ha sperato di poter essere curato, se non all’istante, almeno in tempi rapidi. E, invece, è rimasto con un pugno di mosche tra le mani. Valerio Piras, 40enne di Cagliari, residente da anni a Milano, “ritorno nell’Isola solo per le ferie”, ha vissuto un’odissea, a Tertenia, girando a vuoto per tutta la notte tra guardie mediche inesistenti e farmacisti che gli hanno consigliato di andare all’ospedale, “anche se mancano i medici”. È fortunato, Piras, perchè ha avuto il supporto continuo della sua compagna, che si è messa alla guida e, insieme a lui, ha macinato chilometri su chilometri con il miraggio delle cure. Ecco, di seguito, il suo racconto.

 

“Sono Valerio Piras, ho 40 anni e mi trovo a Marina di Tertenia. Stanotte, quello che pensavo essere solo un mal di schiena dovuto a una postura scorretta durante il sonno, è peggiorato in fitte costanti e dolorose. A quel punto, ho pensato di dovermi rivolgere a un qualsiasi servizio di aiuto medico, sanitario o farmacistico. La mia compagna mi ha quindi portato a in paese a Tertenia, verso le cinque, per poter fisicamente suonare al citofono della guardia medica,  non avendo ricevuto nessuna risposta al telefono. Appena arrivati, abbiamo scoperto che, quella che doveva essere la sede della guardia medica, era invece della Croce Verde. Nonostante ripetuti tentativi via telefono, a tutti i numeri indicati, e al citofono della sede, nessuna risposta. Abbiamo dunque pensato di rivolgerci ad una farmacia per poter acquistare medicinali o avere una puntura. La farmacia di turno era proprio a Tertenia. Nessuna risposta. Eppure, anche il cartello fisico, oltre a Google, indicava il turno 24h. A quel punto abbiamo provato a chiamare il numero indicato ‘per urgenze senza ricetta’, ed ecco che ci è stata chiesta la ricetta medica e come risposta un bel ‘Ma come, non lo sa che mancano medici? Deve andare al pronto soccorso’. Io, per fortuna, sono madrelingua italiano, ho un problema risolvibile e non sono solo. Ma se si fosse trattato di qualcosa di più grave? E se quello che sembrava essere un mal di schiena fosse stato un’ernia? O anche solo se fossi stato straniero come avrei potuto reperire informazioni? Dovremmo intasare i pronti soccorso, come suggerito, per ogni singola necessità nonostante il primo disponibile si trovi a 27 minuti di strada da qui? Mi sono sentito in dovere di scrivere perché, purtroppo, il disservizio è imbarazzante, oltre che pericoloso. E le risposte ricevute a dir poco superficiali”.


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