Dalle notizie in arrivo dal Consiglio Regionale emerge che per il secondo anno consecutivo, nella Finanziaria, non verrebbero stanziate risorse per nuovi contratti regionali per le scuole di specializzazione mediche.
Ricordiamo ancora con rammarico quanto accaduto lo scorso anno, il dibattito acceso e le polemiche che ne seguirono.
Abbiamo pensato ad un incidente di percorso, che per essere tale non andrebbe ripetuto quest’anno. Altrimenti diventerebbe una scelta politica per nulla condivisibile. E non vogliamo nemmeno lontanamente immaginare si tratti di un ipotesi del genere.
Moltissimi di noi hanno creduto nel programma elettorale del Presidente Pigliaru. Di fronte allo scenario drammatico, che ha visto progressivamente restringersi le opportunità per i giovani, tanti dei quali stanno portando le loro competenze ed energie fuori dall’isola, il suo ambizioso programma ci parlava di investimenti su istruzione, formazione, ricerca, università, impresa, innovazione.
La finanziaria 2016 assume particolare rilevanza perché segnerà inevitabilmente e in modo inequivocabile le scelte strategiche di questi cinque anni di governo del centro sinistra.
L’acquisizione di una specializzazione non è un aggiunta alla laurea in medicina, ma il suo naturale conclusivo e irrinunciabile completamento, perché di fatto oggi un giovane medico non ha alcuna possibilità di esercitare la professione senza una specializzazione in una disciplina specifica.
Ogni anno le nostre Università sarde laureano un numero di medici a cui non corrispondono pari possibilità di accesso alle scuole di specializzazione, ed è per questo che la Regione Sardegna da sempre ha previsto contratti aggiuntivi rispetto a quelli ministeriali.
Si aggiunga che dallo scorso anno è previsto un concorso su scala nazionale, con graduatorie uniche, e di fatto l’unico modo per garantire ai giovani laureati sardi una possibilità in più di formarsi in Sardegna, è data da un numero aggiuntivo di contratti, e dall’utilizzo della recente legge consiliare che vincola i contratti regionali alla residenza (come in altre regioni).
E’ il momento non di tagliare ma, coerentemente con il programma elettorale, investire su tutto il campo della formazione, e per quel che ci riguarda prevedere in finanziaria risorse certe su quelle specializzazioni utili al mercato del lavoro in Sardegna, in grado di soddisfare i bisogni di salute della popolazione sarda.
Ci rivolgiamo al Presidente Pigliaru e al Consiglio Regionale, per fare chiarezza sui numeri e invitare tutti ad un confronto aperto e pubblico sul futuro delle nuove generazioni di studenti, specializzandi e medici che, senza alcun dubbio, saranno determinanti per la realizzazione di ogni progetto di riforma sanitaria.