Un uomo e una donna, entrambi nati in Nigeria e residenti in un paese del Sulcis (restiamo vaghi per tutelare l’identità dei minorenni coinvolti nella vicenda), sono finiti alla sbarra al tribunale di Cagliari con l’accusa pesantissima di maltrattamento in concorso nei confronti dei loro figlioletti, due maschietti di otto e nove anni. La coppia, lui di 40 anni e lei di 33, è stata rinviata a giudizio dalla pm Ginevra Grilletti. I piccoli sono stati affidati ai servizi sociali del paese e portati in un luogo sicuro. La ricostruzione dei fatti è raccapricciante: padre e madre, stando alle carte che, successivamente anche all’incidente probatorio, hanno portato al loro rinvio a giudizio, hanno trascurato i due bambini, a partire dall’igiene personale e alimentare. In particolare, stando a quanto messo nero su bianco, il padre “li ha spinti verso un balcone e punti con degli ombrelli”. La coppia, inoltre, “ha utilizzato i propri escrementi e urina per comporre e far mangiare quello che i minori chiamano ‘polpettone'”. Ancora: almeno una volta la mamma ha picchiato i bimbi col bastone della tenda e il papà con una cintura. Nei racconti fatti dai piccoli e nelle indagini successive è anche emerso che la coppia di nigeriani portava i figli in una casa dove c’erano, stando alle parole dei piccoli, “armi e spade”.
E, ancora, con altre persone, “tutte donne al momento ancora sconosciute, hanno sottoposto i figlioletti a pratiche rituali, di probabile origine tribale, durante le quali venivano messi al centro di un cerchio formato dalle donne, per poi essere toccati nelle parti intime”. E in quei tragici momenti la madre, “in evidente stato di eccitazione con la bocca intrisa di saliva, si baciava con altre donne e dopo defecavano in terra per poi riporre gli escrementi sopra il cofano di un’automobile” sul quale avrebbero successivamente messo la coppia di fratellini. I genitori sono accusati anche di avere compiuto atti sessuali davanti ai figlioletti. Il padre dei due è assistito dall’avvocato Mattia Ibba e la madre dal legale Stefano Marcialis: “Durante il dibattimento conto di dimostrare che si è trattato solo di mere suggestioni dei bambini, entrambi maschietti”, afferma Marcialis. Il suo collega Ibba conferma di volere agire nello stesso modo e aggiunge che “nella fase dell’incidente probatorio è stato difficile trovare elementi che potevano evitare il giudizio. La prossima udienza sarà a metà maggio, saranno ascoltati i testi del pubblico ministero. Il processo si è aperto meno di un mese fa, a gennaio, e madre e padre non hanno voluto rilasciare dichiarazioni”. I piccoli sono tutelati dalle avvocatesse Francesca Locci e Valeria Porceda che, vista la delicatezza dell’argomentano, preferiscono non rilasciare nessuna dichiarazione.