“Fibromi sotto l’occhio destro, primo spazio in Dermatologia a Cagliari nel 2023: grazie, ci rinuncio”

Vanno rimossi, ma le opzioni sono due: o attendere o andare a pagamento. Roberta Stazzu, 56enne di Quartu, resta in attesa: “Chiamata al Cup nel 2019, poi altri tentativi in centri medici. Nessuno spazio nonostante l’esenzione, aspetto che avvenga il miracolo e che abbia i soldi per poter fare anche l’operazione”


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Si è arresa già da prima dell’inizio dell’emergenza Covid. A volte, basta una sola telefonata per sapere quando è possibile prenotare una visita medica, in Sardegna, per mettersi il cuore in pace. Roberta Stazzu, 56enne di Quartu, è una delle lettrici intervenute pubblicamente nei commenti ai nostri articoli sulla sanità nel caos e sui costi per i controlli negli studi medici privati: “Devo rimuovere fibromi penduli sotto l’occhio destro. Ci rinuncio, ma danno comunque fastidio”.
L’occhio è quello destro, ed è necessaria prima una visita di controllo e, poi, molto probabilmente, l’operazione di rimozione. E non è tanto un fatto di antiesteticità, no: potrebbero peggiorare, portando anche a sanguinamenti. E, quindi, a dolori: “Nel 2019 ho chiamato il Cup per sapere quando fosse possibile ottenere una visita, avevo già l’impegnativa del medico di famiglia. Mi è stato risposto che il primo spazio era solo nel 2023, ormai non mi ricordo nemmeno dove, a Cagliari”. Pochi mesi dopo è scoppiata la pandemia Covid, che ha portato a una quasi totale paralisi della sanità che, purtroppo, dura ancora oggi.
La 56enne ha tentato altre strade: “Mi sono rivolta a centri medici, ho chiesto informazioni ma ho scoperto che non avevano il servizio della dermatologia. Vedo i fibromi con la coda dell’occhio, in privato non ho nemmeno chiesto. Ero andata in un centro medico per una panoramica dentale, mi avevano detto che per chi ha l’esenzione dal ticket per il reddito c’erano i giorni stabiliti ogni mese. Non ho fatto più impegnative, ci ho rinunciato. Se avrò un colpo di fortuna lo farò, quando potrò, a pagamento. Tanto”, osserva sconsolata Roberta Stazzu, “i tempi di attesa sono questi”.


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