“Fiaccolata per la sicurezza giusta, niente peggio degli antifascisti fascisti”

L’opinione di Enrica Anedda dopo la fiaccolata di ieri sera a Cagliari: “Ancora nel 2017 non si è compreso che se la parola ha un senso, oltre quello storico, questo serve per stigmatizzare chi non rispetta la libera manifestazione del pensiero. Le offese stereotipate e irripetibili contro chi reclama sicurezza e una politica differente rappresentano solo un tentativo abietto di intimidazione, intollerabile”


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di Enrica Anedda Einrich

La fiaccolata per la sicurezza è stata una bella manifestazione, animata da un solo spirito, l’amore per la propria città e da un unico obiettivo: unire tante voci che sin ora avevano trovato spazio solo sui social.

Il sindaco ha vinto le elezioni, ha ottenuto il gradimento della maggioranza dei votanti ; ma è lì per governare una città. Un compito difficilissimo, delicato, che riguarda tutti i cittadini. Ora c’è da affrontare un problema fondamentale, non è da responsabili negare l’evidenza. Proprio oggi, dopo un giorno dalla fiaccolata, finalmente, ma in grande ritardo, appare la notizia  sui giornali che  è stato convocato il Comitato per l’ordine pubblico. Deludenti comunque le dichiarazioni del Sindaco che continua a nascondere e minimizzare un fenomeno sotto gli occhi di tutti e a porre l’accento sulla percezione della pericolosità e non sulla pericolosità reale e sulle decine di episodi e di vittime. Così come aveva, invece, fatto con una dichiarazione di allarme sulla sicurezza un esponente autorevole, Luca Agati del Sindacato di Polizia,

A questo punto sarebbe necessario che qualcuno, magari un  giornalista, facesse la conta di tutte le azioni delinquenziali di quest’ ultimo periodo messe a segno  dagli stranieri appena sbarcati Non solo, proprio in questi giorni è nelle aule del Tribunale il procedimento per le nigeriane seviziate e indotte alla prostituzione da loro connazionali ed è recente la notizia di un algerino fermato a Roma per terrorismo, dopo che era sbarcato a Cagliari. Fatti e notizie gravi che non possono essere ignorati.

La stampa e i nostri amministratori dovrebbero inoltre onestamente informare la popolazione di quale enorme  dispendio, mai visto, di energie la società stia impiegando per affrontare l’ emergenza della immigrazione. Accoglienza, salute, giustizia (avvocati pagati dallo stato, giudici e impiegati, prefettura, assistenti sociali, psicologi) uffici amministrativi di ogni livello, formazione. Un mondo già debole ( si pensi ai tempi, fra i peggiori del mondo, della giustizia italiana) quasi monopolizzato da  un fenomeno fuori controllo. Energie dirottate verso un futuro nebuloso, senza bussola. Una gran parte della economia pubblica al servizio di un circoscritto sistema, composto da ‘pubblico’, cooperative e nuovi arrivati, che lascia fuori tutti gli altri.  Minnitti due giorni fa ha detto che il  fenomeno va integrato con la politica del doppio binario : accoglienza e integrazione da una parte e dall’ altra il respingimento sulle coste, libiche. Invece noi a Cagliari abbiamo assistito a una invasione di algerini, che hanno gettato scompiglio e creato pericolo in tutta la città, specie fra le donne. Non è questione di alimentare la paura,  ma di vedere la realtà com’è. Da un Sindaco ci si aspetta una presa di posizione, un cambio di passo reale anche per quanto riguarda il decoro e la pulizia di Cagliari, una politica severa anche per gli  abusivi, e gli  imbrattatori, per coloro che impuniti continuano a danneggiare la citta-

C’è anche un altro aspetto: per molti che ieri hanno manifestato non è più possibile coesistere con un mondo, che si ingrossa sempre di piu, formato di persone che per lo più ignorano tasse, bollette, pagamenti e vivono di espedienti o di assistenza, mentre l’altra parte dei cittadini riesca a fatica a sbarcare il lunario e a stare dietro ad una burocrazia famelica.  A fronte di tutti gli sforzi richiesti ai cittadini, la contropartita non può essere l’insicurezza; ma un incremento dell’ordine a 360 gradi.

Il momento internazionale è delicato e drammatico: siamo costretti ad accogliere migliaia di persone senza sapere nemmeno chi siano, quando noi sardi non possiamo lasciare l’isola senza essere sottoposti a minuziosi controlli. Come è stato sottolineato dai manifestanti, sicurezza è uguale a libertà. La libertà di vivere senza paura. E sulla sicurezza Sindaco e Giunta devono concentrare la loro attenzione. Per questo in centinaia abbiamo manifestato pacificamente: giovani, anziani, famiglie con bambini, di ogni razza e colore. Senza bandiere di partiti, senza vieti slogan. Ed è stato triste, invece, vedere apparire  dietro l’angolo, il solito gruppo coatto di provocatori all’ urlo di fascisti fascisti”. Ancora nel 2017 non si è compreso che se la parola ha un senso, oltre quello storico, questo serve per stigmatizzare chi non rispetta la libera manifestazione del pensiero. Le offese stereotipate e irripetibili contro chi reclama sicurezza e una politica differente rappresentano solo un tentativo abietto di intimidazione, intollerabile.

Come diceva Pasolini non c’è cosa peggiore degli antifascisti fascisti. Solo nel dialogo e nel rispetto fra persone che ragionano la società può fare passi avanti e affrontare i problemi.


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