Ex scuola penitenziaria per i migranti: “Scelta imposta dall’alto”

Dal municipio di Monastir, polemiche al vetriolo sulla scelta della Prefettura di Cagliari di realizzare un nuovo centro di accoglienza: “Dialogo e condivisione di scelte? Nulla di tutto ciò, solo una decisione ferrea calata dall’alto di cui siamo all’oscuro di tutto se non dalle notizie apprese dalla stampa”


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(Nella grafica, in alto a sinistra il sindaco di Monastir Luisa Murru, sotto la prefetta Giuliana Perrotta. Sullo sfondo, l’ingresso dell’ex scuola di polizia penitenziaria).

“Nessuna comunicazione da parte del prefetto in merito al centro per migranti nell’ex scuola di polizia penitenziaria. Quello che sappiamo, lo abbiamo appreso unicamente dalla stampa e dal bando presente sul sito della Prefettura. Leggendo tra le righe, sembrerebbe che siano alla ricerca di una cooperativa che voglia gestire la struttura e come date previste dal 21 novembre al 31 dicembre. Diciamo che la questione non è chiara e come capita troppo spesso, non solo in Sardegna ma in tutta Italia, le realtà locali che dovrebbero accogliere questi disperati sono all’oscuro di tutto e subiscono dall’alto scelte che, se anche condivise, non coinvolgono i territori”.

BUIO TOTALE. Dal municipio di Monastir, nessuno vuole risparmiare le polemiche al vetriolo, avanzate soprattutto dal primo cittadino Luisa Murru, capofila tra l’altro delle accese proteste della cittadinanza monastirese che non era d’accordo sulla scelta prospettata dalla sede prefettizia di Piazza Palazzo: “Ci chiediamo inoltre quali lavori siano stati eseguiti visto che la data del 21 novembre è ormai vicina – aggiungono dal Comune di Monastir – quante persone arriveranno (forse tra i 200 e 300…) e soprattutto se verranno messi a disposizione dei mezzi pubblici visto che il centro è completamente fuori mano da qualsiasi forma di intrattenimento. Insomma, buio più totale. Per ora all’ufficio protocollo non c’è alcuna comunicazione ufficiale. Da parte nostra c’è sempre stata la massima disponibilità al confronto e al dialogo e abbiamo coinvolto i cittadini in ogni occasione. Ricordiamo che nell’ultima comunicazione ricevuta dal prefetto (quella di metà ottobre apparsa anche sui mass media) dichiarava “la volontà di condividere con la sindaca e la rappresentanza politica locale ogni momento del percorso avviato”. Per ora nessuna condivisione, siamo solo alla presa d’atto”.

IL PRESIDIO ARMATO. Intanto l’ingresso dell’ex scuola penitenziaria a Monastir è presidiato giorno e notte a vista sia dai militari dell’Esercito o a rotazione, dalle altre forze dell’ordine. La decisione era stata presa il giorno dopo l’attentato incendiario all’interno dei locali dell’enorme presidio: qualcuno non voleva che quella struttura  fosse utilizzata come nuovo centro di accoglienza per i migranti, che ospiterà  invece almeno 300 stranieri. La prefetta Giuliana Perrotta è stata chiara, l’Isola deve fronteggiare l’emergenza migranti, ma resta però l’unico cruccio sempre di palese attualità: le strutture al collasso e l’affaticamento della macchina dell’accoglienza riusciranno a far fronte alle migliaia di disperati già “calendarizzati” in arrivo in questi mesi? Una cosa è certa, nonostante le ostilità (legittime o meno che siano), per ora, almeno per ora, Monastir diventerà l’avamposto dei migranti nel cagliaritano. Inaugurazione del centro: lunedì 21 novembre 2016.


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