L’eterno Ibba: “Vogliono rottamarmi, ma sono solo opportunisti”

Si ricandida alla guida dell’Ordine dei Medici che presiede dal 1981. “Ma non chiamatemi imperatore”. Delle riforma delle rete ospedaliera pensa tutto il male possibile: “Professionisti al lavoro in condizioni disumane. Se hanno paura di essere aggrediti o violentati come possono lavorare bene?”


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Delle riforma delle rete ospedaliera pensa tutto il male possibile. Perché aumenta le liste d’attesa e i viaggi della speranza e costringe i medici a lavorare in condizioni disumane. Non disastrose. Proprio disumane. Mondino Ibba, quartese, classe 1950, specialista in medicina del lavoro, ex consigliere regionale, è il presidente dell’Ordine dei Medici di Cagliari ininterrottamente dal 1981. E punta per la 13esima volta alla riconferma alle elezioni dell’Ordine di domenica centrando il programma sulla necessità di pressare la giunta regionale per convincerla a rifinanziare il servizio sanitario regionale. “Senza il quale non ci può essere sanità per nessuno”. Ma c’è chi gli ha lanciato una sfida. Una lista nuova, Viviamo l’Ordine, guidata dalla psicologa Susanna Montaldo.

Insomma, dopo 36 anni ti vogliono rottamare?

Vorrei capire se uno deve essere rottamato solo perché c’è da molto tempo o perché fa le cose male. Perché io vorrei capire se tutti i candidati che fanno quel mestiere da 30 anni potrebbero mai accettare il fatto di dover abbandonare loro lavoro solo perché ci sono da 30 anni. Dovrebbero andare via se il lavoro lo fanno male, se non hanno più l’età che richiede l’esercizio della professione. Ora. Se tu mi dici che io sono un cattivo presidente mi va anche bene, ma se tu mi dici che io devo andare via solo perché così entri tu e ti siedi al mio posto, della serie “togliti tu che mi ci metto io”, allora questo non lo posso accettare e mi pare un ragionamento da opportunisti.

In questi anni cosa hai fatto per l’Ordine dei Medici?

Beh intanto io al contrario loro ogni 3 anni sono passato al controllo del consenso elettorale, per ben 12 volte e ho sempre vinto. L’ordine dei medici di Cagliari è l’ordine modello in Italia ed è il punto di riferimento di tutti gli ordini dei medici italiani su qualunque problema: di etica professionale, deontologia, aggiornamento medico, comunicazione medico-paziente, comunicazione fra istituzioni, attività ricreative, e stampa la rivista mensile più apprezzata in Italia, una rivista in cui parliamo di professione aperta al sociale che è quello che serve per fare buona sanità è che è anche l’obiettivo che noi ci diamo. Perché la sanità o la facciamo attraverso i medici o non sarà una buona sanità. Tutto ciò che abbiamo costruito è per arrivare a questi risultati.

Ti hanno definito un imperatore

Io non sono un imperatore come dicono loro. L’imperatore ha persone al proprio servizio, ma qui è il contrario: sono io al servizio dei medici e della professione. Noi siamo qui per rispondere ai bisogni dei cittadini che si rivolgono da noi all’ordine per avere giustizia a causa di una malasanità sgangherata organizzata dalle azienda sanitarie locali. Vengono da noi. E quando mai abbiamo visto cittadini rivolgersi all’ordine per i diritti violati, questa cultura non c’era, noi l’abbiamo innestata  10/12 anni fa. Anche scontrandoci con alcuni colleghi che erano su posizioni di chiusura. Il problema è solo uno: o noi ordini sardi siamo in grado di esercitare una pressione tale da indurre la giunta regionale a rifinanziare il servizio sanitario regionale, oppure non ci sarà più sanità per nessuno. Non possiamo stare con un milione di euro al giorno di debito. Tutte le altre sono fesserie. Serve rifinanziare il servizio sanitario regionale.

Che cosa pensi delle piano di riordino delle rete ospedaliera?

Tutto il male possibile.

Perché?

Perché non riforma nulla, ma aumenta liste di attesa e viaggi della speranza. Inoltre mortifica i professionisti perché li costringe a lavorare in condizioni disumane, non disastrose, proprio disumane. Stanno togliendo i diritti acquisiti sul piano contrattuale come mai è accaduto in Sardegna. Ma quando le persone vanno al lavoro con la paura di essere aggredite o violentate vuoi che vadano al lavoro serene? E se non vanno al lavoro serene possono dare un buon risultato in termini di qualità dell’assistenza?

È scoppiato il caso del taglio delle indennità ai medici del 118

È una cosa gravissima. La Corte dei Conti nazionale ha chiesto di rendicontare sulle prestazioni specifiche che giustificano questo surplus economico rispetto al tabellare base. Ma la Regione sarda dal 2010, non ha mandato i flussi comunicativi al ministero della Sanità per cui la Regione è rimasta assente. Così la Corte ha chiesto di sospendere i pagamenti, convinta che stessero dando dei soldi a fronte dei quali non esiste il corrispettivo economico. Quindi in pratica: questi non hanno mandato i flussi formativi, e quindi è una loro mancanza, e poi tolgono i soldi a noi? Ma sei scemo? Anche il sindacato della Fimgi ha responsabilità precise su questo e poi si atteggiano a grandi leader sindacali.

Caso dottoressa Mereu: tempi troppo lunghi per la radiazione?

I tempi normali di un istruttoria, due anni trascorsi lavorando senza sosta. È stato un processo molto complicato e molto difficile. Solo il suo ricorso ha dilazionato di un anno l’effettiva applicazione della pena. Devo ammettere di averla vissuta in maniera dolorosa. Radiare un medico non è mai una cosa facile è come mettere in galera una collega. Mi spiace ma non può curare con modalità che sono dannose per la popolazione.


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