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“La Regione intende gestire il percorso di riforma degli Enti locali della Sardegna a partire dalle cosiddette regioni storiche e dalla necessità dei territori di associarsi tra loro, questa è la strada da percorrere per valorizzare al massimo l’associazionismo tra comuni e quindi le Unioni di Comuni. In questo modo sarà più possibile una più efficace gestione dei servizi pubblici locali. Per raggiungere tale risultato l’obiettivo che ci prefissiamo, quindi, è che la legge sia approvata entro la fine dell’estate”. A dirlo questa mattina l’assessore degli Enti locali Cristiano Erriu a Tortolì con gli amministratori dell’Ogliastra, durante il primo di una serie di incontri in programma per discutere del disegno di legge di riordino degli Enti locali.
L’iter del disegno di legge. L’assessore Erriu ha reso noto che le audizioni in Prima Commissione in Consiglio regionale sono quasi tutte concluse e che entro giugno il disegno di legge di riforma approderà in Aula, così da consentire l’approvazione della legge di riordino delle autonomie locali prima della fine dell’estate. Intanto, l’assessore continuerà gli incontri nei territori per un confronto diretto con gli amministratori locali e le parti sociali.
Le Unioni di Comuni. L’esponente della Giunta Pigliaru ha spiegato che il disegno di legge ha uno dei suoi punti centrali nell’aggregazione tra Comuni. “Le Unioni di Comuni sono uno strumento essenziale per il miglioramento della qualità dei servizi soprattutto nei piccoli centri e nelle zone interne. Inoltre, le associazioni di Unioni sono state immaginate come modello di superamento delle Province”.
E’ necessario dunque potenziare le Unione di Comuni perché diventino sempre più strumenti essenziali delle funzioni associate e sulla base delle quali possano essere costruite le centrali uniche di committenza.
L’Osservatorio regionale funzioni provinciali. L’assessorato degli Enti locali ha istituito un Osservatorio tecnico-politico che si è occupato, con la collaborazione delle province e dell’Anci, di analizzare tutte le funzioni delegate alle province “il lavoro dell’Osservatorio è quasi concluso ed è stato essenziale per capire come le circa 150 funzioni sono gestite dalle Province – ha proseguito l’esponente dell’Esecutivo – e come le stesse possano essere riallocate, soprattutto verso i Comuni e in minima parte verso la Regione”. Ciò che si vuole ottenere è assicurare il massimo risultato nella gestione dei servizi ai cittadini, senza creare un “neocentralismo regionale, che nessuno vuole proporre, la Regione deve svolgere appieno il proprio ruolo di programmazione, i comuni devono gestire meglio se in forma associata. Tutto questo percorso sarà completato attraverso la presentazione di un disegno di legge parallelo e gemello che definirà la riallocazione delle funzioni”.
I dipendenti delle Province. E’ stato creato un tavolo di lavoro tra Regione e sindacati della funzione pubblica, così come avvenuto a livello nazionale, perché sia garantita la trasparenza amministrativa e discussi tutti i parametri per equilibrare servizi e personale necessario. Nessun lavoratore delle province deve perdere il proprio posto di lavoro e la professionalità acquisita in questi anni deve essere garantita al massimo.