Elmas, il racconto di un’educatrice: “Molestata da un uomo in moto alla fermata del bus”

La testimonianza pubblica di Marta Altamura, 24 anni: “Si è fermato e, con insistenza, mi ha chiesto se volessi un passaggio, chiedendomi il numero e dicendo di essere un avvocato. Penso che andrò dalla polizia e denunciare tutto, ci metto la faccia per mettere in guardia le altre ragazze”


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L’attesa del pullman che si trasforma in un’odissea, interminabili minuti di paura e, poi, il grosso sospiro di sollievo. Marta Altamura, educatrice 24enne di Assemini, ha scelto di raccontare pubblicamente su Facebook e su Casteddu Online, in attesa di andare dalle forze dell’ordine, cosa le è capitato ieri sera a Elmas, in via del Pino Solitario: “Avevo terminato una collaborazione con la Pro Loco cittadina per un evento, sono una del loro volontarie. Alle 22 ero alla fermata del bus per tornare a casa ad Assemini quando, improvvisamente, un uomo sulla cinquantina in moto mi ha prima suonato il clacson, e ha fatto la rotonda più avanti col chiaro intento di raggiungermi. Si è affiancato, tolto il casco, e ho notato avesse capelli e barba brizzolati. Ha spento la moto, mi ha chiesto insistentemente se volessi un passaggio, e ai miei no continuava a fare complimenti non richiesti, a chiedermi il numero e a ripetermi che fosse avvocato”. Marta Altamura, per quanto impaurita, visto che a quell’ora, per giunta al buio, la strada era deserta, non ha mostrato nessun tentennamento.
“Non so quale santo lo ha fatto andare via. Mi sono pietrificata per qualche minuto, ripetendomi che non fosse successo nulla di poi così grave. Ma poi sono corsa in una gelateria, chiedendo alla barista di poter stare lì perché non volevo stare da sola. Perché di fatto quello che è successo mi ha messo a disagio e mi ha spaventata ed è grave. È grave che una persona non possa rientrare da lavoro tranquilla alle 10 di sera.
Fate attenzione ragazze”. Così si conclude il post scritto dalla giovane. Contattata dalla nostra redazione, aggiunge che “l’uomo era sin sella a uno scooterone di colore nero o grigio, e indossava una giacca blazer a quadri blu e aveva barba e capelli brizzolati. Sto pensando di andare a fare una denuncia alle forze dell’ordine”, per due motivi. Il primo è lo stesso che l’ha convinta a metterci nome e faccia: “Perchè altre ragazze come lei non cadano nella trappola del maniaco e chiamino subito la polizia o, come nel mio caso, prevedano di fare denuncia, e perché ho saputo che c’è stato un episodio simile la sera prima, nel piazzale della Lidl, sempre ad Elmas. È successa la stessa cosa ad un altra ragazza”.


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