Elezioni a orologeria. Le regionali in Sardegna si terranno quasi certamente il 23 febbraio, è quel che emerso dal vertice di Villa Devoto. Sotto i colpi dell’inchiesta giudiziaria che ieri ha portato a una raffica di perquisizioni, coinvolgendo due grandi big della politica sarda come Giorgio Oppi e Giacomo Sanna. I partiti- o quel che resta di loro- hanno dunque appena un mese di tempo per preparare le liste, feste natalizie comprese. Ed è auspicabile un passo indietro di tutti gli indagati: il caso Barracciu finirà oggi sul tavolo di Matteo Renzi, la bomba dell’inchiesta sui fondi ai gruppi non potrà che portare a un ritiro della sua candidatura. E allora? Il “rischio” di un risultato elettorale clamoroso è dietro l’angolo, possibilissimo: un effetto Michela Murgia, un’onda grillina o il trionfo di un outsider sono ipotesi concrete, perché la gente non ne può più di leggere sui giornali che i soldi pubblici sono stati spesi per matrimoni, quadri, Montblanc. Si respira una delusione che sta sfociando in rabbia, non a caso oggi a manifestare insieme ai Figli della Crisi in via Roma saranno in tanti. Ma adesso il cambio di passo non deve arrivare più dalla politica, ma dalla società civile. Ora una svolta generazionale nel governo della Sardegna è possibile, a patto che chi davvero è pulito e ha valori importanti da spendere abbia il coraggio di scendere in campo. Servono candidati che siano nuovi davvero, che abbiano idee.
Vedremo chi avrà davvero la forza di ribellarsi, questa volta. Non soltanto a parole o su Facebook,ma mettendoci la faccia. Il toto candidati parte oggi, e si affiancherà ai nomi dei politici indagati: stanno crollando colossi come Sanna e Oppi, che nessuno avrebbe schiodato dalle poltrone. Il momento di farsi avanti per cambiare tutto è questo, la politica potrebbe non dare alle persone oneste un’altra occasione. Il pericolo è che la paura trasformi le liste elettorali in minestroni. Occhio ai nomi a sorpresa: come quello di Pietro Morittu nel Pd (nella foto), dato in forte ascesa da Carbonia verso Cagliari da chi spera in un’aria nuova. La Barracciu è fuori gioco, per questo stanno tornando di moda nomi come quelli di Siddi e Pigliaru. Per questo c’è chi fa il nome del giornalista Vito Biolchini, se non altro come il simbolo di un cambiamento concreto nelle logiche delle candidature. Tra i consiglieri comunali scenderanno quasi certamente in campo Claudio Cugusi (col Psd’Az) e Paolo Casu, che della lotta ai privilegi dei politici ne ha sempre fatto una bandiera. Sel potrebbe schierare anche Francesca Ghirra, l’ala più giovane del Pd potrebbe puntare su Matteo Lecis Cocco Ortu. Forza Italia potrebbe optare sui voti sicuri del capogruppo Giuseppe Farris, che però è in volata per la prossima candidatura a sindaco nientemeno che col rivale Piergiorgio Massidda. Ma oltre i volti noti, c’è davvero grande attesa per le sorprese. C’è da scommettere che i più votati questa volta saranno i nomi “nuovi” davvero. Ma il vero nemico è l’astensionismo, chi avrebbe oggi la forza di andare a votare e poi di fidarsi? Basta con le vecchie illusioni, è il momento di cambiare davvero, ora o mai più. Servono candidati credibili e coraggiosi per invertire la rotta di un’Isola che affonda. Subito.