Elena ammazzata e fatta e pezzi dalla mamma, l’orrore e la solitudine che fingiamo di non vedere

La povera bambina aveva da poco compiuto 5 anni. Sua madre, Martina Patti, 23 anni, l’ha accoltellata per 7 volte, poi ha chiuso il suo corpicino straziato in 5 buste nere della spazzatura messe una dentro l’altra. Secondo gli inquirenti potrebbe avere ucciso per gelosia, nel timore che la bambina potesse affezionarsi alla nuova fidanzata del padre.


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Povera Elena, ammazzata con incredibile crudeltà da chi più di tutte doveva proteggerla. Aveva mangiato uno yogurt dopo l’asilo, e guardava i cartoni sul cellulare della mamma che stirava e già pianificava la tragedia che si sarebbe consumata di lì a poco. Le sembrava forse l’unica via d’uscita a una vita all’inseguimento di traguardi per lei irraggiungibili, consumata dalla consapevolezza che non avrebbe mai avuto quello che da sempre cercava. La cognata medico, lei aspirante infermiera. Il marito con una nuova compagna, tornato dalla Germania e già lanciato verso una nuova vita dopo i problemi con la giustizia. Lei sola. La famiglia di lui che quella fidanzata aveva accolto a braccia aperte e lei fuori dalla cerchia.

Lei, sola, a casa, con una bimba partorita a 18 anni. L’unica cosa che le restava e che a un certo punto ha avuto paura di perdere, tanto da ucciderla pur di non rischiare che si affezionasse alla nuova fidanzata di suo padre Alessandro. Questo ipotizzano gli inquirenti, un drammatico movente di gelosia. O forse Martina voleva punirlo, quel padre che le aveva sbattuto sotto gli occhi la sua vita nuova di zecca.

Lei dice di non ricordare, ma la lucidità con cui ha agito, accoltellando sua figlia 7 volte fino ad ammazzarla per poi rinchiuderla in 5 sacchi della spazzatura infilati uno dentro l’altro, per poi raccontare la storia del rapimento legandolo alle minacce un tempo ricevute dal padre della bambina, lasciano molti dubbi. Secondo gli inquirenti sapeva cosa stava facendo, insomma.

E adesso, emergono dettagli che come sempre diventano il rimpianto del dopo. Lei un po’ strana, la bambina picchiata più volte, anche fino a farle davvero male, la gelosia nei confronti dell’ex. Come sempre, i segnali c’erano tutti. Come sempre, le nostre vite di corsa ci impediscono di fermarci anche solo a guardare, figuriamoci riflettere. Gli inquirenti parlano di una situazione familiare difficile, e perché mai se ne parla solo ora? Perché si finge sempre di non vedere orrore e solitudine anche se sono sotto gli occhi di tutti?

Come sempre, era una tragedia che si poteva evitare.

Se solo non si desse per scontato che una mamma sappia fare la mamma.


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