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Se l’85% delle merci viaggia su strada, dunque a bordo di camion e autoarticolati che per muoversi hanno bisogno della benzina a due euro e passa al litro, allora è inevitabile che la spirale impazzita degli aumenti si scarichi negli scaffali del supermercato e dunque sulle tasche dei cittadini. In Sardegna, tanto per cambiare, è peggio che nel resto d’Italia, perché vanno aggiunti anche i costi del trasporto via mare, anche questo oggetto di eterne e irrisolte speculazioni.
Lo studio della Coldiretti lo dice chiaramente: in un Paese come l’Italia dove l’85% delle merci per arrivare sugli scaffali viaggia su strada l’aumento record dei prezzi di benzina e gasolio ha un effetto valanga sui costi delle imprese e sulla spesa di consumatori. “Il nuovo record dei prezzi dei carburanti si trasferisce sulla spesa con un aumento dei costi di trasporto oltre che di quelli energetici. A subire gli effetti è l’intero sistema agroalimentare dove i costi della logistica arrivano ad incidere attorno ad 1/3 sul totale dei costi per frutta e verdura. Le imprese italiane devono affrontare – sottolinea lo studio – un pesante deficit logistico per la carenza di infrastrutture per il trasporto merci con un gap di competitività che penalizza il sistema economico nazionale rispetto agli altri Paesi dell’Unione europea”.
L’Italia arranca, l’isola ancora di più.