“I corridoi umanitari li ha inventati la Cei e i vescovi. Noi, come Caritas, siamo un organismo della Chiesa” e ‘Protetto. Rifugiato a casa mia-Corridoi umanitari’ è il nuovo progetto imbastito per aiutare i migranti che scappano da situazioni difficili. “Per ogni morto in mare ce ne sono due che muoiono nel deserto. Proviamo a contrastare il fenomeno mafioso di chi specula sulla disperazione degli altri”, dice don Marco Lai, direttore della Caritas Cagliari, “recuperando danari prodotti da viaggi insicuri come i barconi, dove sono costretti a mettere assieme tutti i propri risparmi”. Dawit e Mulugeta, i due eritrei arrivati a Cagliari, “erano scappati e arrivati in un campo profughi di oltre quattrocentomila persone”.
Una vita migliore a Cagliari? “Il progetto dura un anno, poi certamente li accompagneremo verso un’autonomia”. Anche perché si tratta di ragazzi che hanno “sogni di vita come quelli di tutti i giovani del mondo. Proviamo a fare uno sforzo per queste pari opportunità”.