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“Son disperato, la mia vita è appesa a un filo perché da dieci anni convivo con due angiomi cavernosi nel cervello e le cure di cui ho bisogno sono parecchio costose”. È l’appello disperato di Daniele Deias, impiegato 36enne di Dolinaova, che racconta la sua triste storia tra malattia e disperazione per una partita Iva di cui risulta titolare, ma che giura di non aver mai aperto, e che intanto genera sanzioni e debiti.
“Per curarmi vado a Milano più volte all’anno – racconta Deias – Finora ce l’ho fatta con le mie forze e con l’aiuto di mia madre, ma adesso mi trovo in grossa difficoltà perché sono stato in qualche modo raggirato. Risulto titolare di una partita Iva aperta nel 2004, legata a una società che si occupa di servizi assicurativi di cui non sapevo nulla: l’ho scoperto per caso chiedendo documentazione all’Agenzia delle entrate. Il guaio è che ora paradossalmente non posso chiuderla perché non l’ho mai aperta. Intanto questa situazione genera sanzioni. Sono nella condizione di dover scegliere se pagare le cure o gli avvocati. Sto rimandando l’ennesimo viaggio a Milano per via delle difficoltà economiche. Rivoglio indietro la mia vita, la mia serenità. Voglio che venga fatta chiarezza e punito chi ha usato la mia persona a uso e consumo”. Nella foto Daniele Deias.