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Da anni la FAIB, (Federazione autonoma italiana benzinai) aderente alla Confesercenti, sta
cercando di risolvere l’ingiusto prelievo che le Camere di Commercio esercitano a carico dei
gestori dei distributori di carburante, attraverso l’applicazione del D. L. n. 359/01, nel determinare
la tariffa del Diritto Annuale che ogni impresa iscritta nell’apposito registro è tenuta a versare per
coprire il fabbisogno economico di tali enti.
La stortura, per questa categoria, nasce dal fatto che la tassa in questione viene determinata
annualmente in misura del fatturato che queste aziende hanno sviluppato nell’esercizio finanziario
dell’anno precedente, intendendo per fatturato “la somma dei ricavi delle vendite e delle prestazioni
… come dichiarati ai fini dell’IRAP”.
“La nostra situazione è paradossale” dichiara Antonello Pili, Presidente FAIB Cagliari “i nostri
associati, infatti, secondo le regole ordinarie, sono tenuti a scrivere in bilancio l’importo
complessivo delle vendite nonostante queste determinino un ricavo che per il 97% circa è
rappresentato da tasse e imposte (accise, addizionali varie..) che non entrano nelle tasche degli
operatori e che non determinano il reale margine economico su cui essi possono contare. Si verifica
il caso assurdo dell’applicazione di una tassa su una tassa. Appare evidente, infatti, che un semplice
aumento dell’accisa sui carburanti, che non comporta nessun vantaggio economico al gestore,
modificando al rialzo il volume dei ricavi nei bilanci delle imprese, avrà come conseguenza certa
un aumento del Diritto Camerale.”
“L’attuale modalità di applicazione del sistema” prosegue Pili “ dal punto di vista della nostra
Federazione, è eccessivamente penalizzante per la categoria ed è per questo che, in questi giorni, la
FAIB Confesercenti, in collaborazione con le altre associazioni del settore, ha inviato una nota al
Sottosegretario allo sviluppo Economico, sen. Simona Vicari, nella quale si chiede una rapida
modifica della normativa che determina, per i gestori dei distributori di carburante, ormai tra troppi
anni, un’ iniqua applicazione della tariffa del Diritto Camerale.”