Disastro Porto Canale, la Regione pronta a chiedere aiuto a Mattarella: “Non c’è più tempo”

“Non c’è più tempo. Per garantire il diritto dei lavoratori, sancito dalla costituzione, siamo pronti a chiedere l’intervento del Capo dello Stato”. Sono le parole dell’assessore del Lavoro, Alessandra Zedda, oggi al termine dell’incontro sulla vertenza del Porto Canale


Per le ultime notizie entra nel nostro canale Whatsapp

“Non c’è più tempo. Per garantire il diritto dei lavoratori, sancito dalla costituzione, siamo pronti a chiedere l’intervento del Capo dello Stato”. Sono le parole dell’assessore del Lavoro, Alessandra Zedda, oggi al termine dell’incontro sulla vertenza del Porto Canale a cui hanno partecipato anche gli assessori dell’Industria, Anita Pili, e dei Trasporti, Giorgio Todde, il vice sindaco del Comune di Cagliari, Giorgio Angius, il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sardegna, Massimo Deiana, le organizzazioni sindacali e di categoria. Dall’incontro è emersa l’esigenza di un incontro urgente con il ministri dello Sviluppo economico, del Lavoro e delle Infrastrutture e Trasporti.

“Fra le priorità emerse e condivise nella giornata di oggi – spiega Alessandra Zedda, vice presidente della Giunta Solinas – la necessità di chiedere l’interruzione delle procedure di licenziamento per almeno un mese, la messa in campo di qualsiasi azione rivolta alla salvaguardia dei lavoratori e il congelamento delle procedure relative alla concessione per il transhipment. La Regione chiederà un incontro urgente con l’azienda per avere le risposte sulla cassa integrazione per cessata attività che attende dal 31 luglio”, data dell’ultimo incontro a Roma. Pronti alla mobilitazione, fra le azioni concordate un sit-in a Roma per il 29 agosto, con la partecipazione congiunta delle istituzioni, sindacati e lavoratori.

Sul futuro del Porto Canale Giorgio Todde aggiunge “La strategicità del transhipment non è in discussione e il rilancio del Porto Canale è fondamentale per l’occupazione e lo sviluppo”.

“È necessario richiamare il governo – precisa Anita Pili –  e i relativi ministri alle loro responsabilità, chiedendo risposte pronte e certe per il futuro del porto canale. Far morire il transhipment significa danneggiare ancora una volta la nostra Sardegna”.


In questo articolo: