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Ai silenzi, ma anche alle chiacchiere della politica, uno ci fa il callo. Rinvii e rimpalli, la Regione che scarica sul Governo che scarica su Bruxelles e poi tutto torna sulla Regione e ricomincia lo stucchevole scaricabarile che ha una sola e unica vittima: il cittadino. Il cittadino sardo, nello specifico.
E’ incredibile come si riesca a non protestare ormai per nulla. Provate a prenotare un volo, anche solo per Roma e Milano che dovrebbero essere quelli coperti e calmierati dalla continuità territoriale. Provateci. Ve ne pentirete amaramente.
Voli pochissimi, posti ancor meno, prezzi alle stelle lievitati in un assurdo, perverso meccanismo divora diritti. La situazione dei trasporti è ogni giorno un po’ peggio: ogni giorno viene tolto e negato un pezzetto di diritto a spostarsi come tutti gli altri esseri umani, ogni giorno è sempre un po’ peggio, ma ogni giorno – come la più classica delle rane bollite a fuoco lento – il silenzio è sempre più assordante.
E’ incredibile come ormai nessuno protesti più, assuefatti e alienati e rassegnati e incapaci di rivendicare un diritto costituzionale che ai sardi è negato. C’è davvero poco da stare allegri. Ma anche poco da stare zitti.