La dieta della pasta fresca, poterla consumare sicuramente non tutti i giorni, ma almeno 2-3 volte alla settimana sì. È un altro modo di “intendere” e gustare la pasta: e la scelta non manca. Ravioli e gnocchi vanno per la maggiore, ma anche i culurgiones cento per cento sardi si difendono bene. Rosy Giacomini Mascia, 51 anni, da decenni gestisce un negozio specializzato nella produzione e vendita di pasta fresca a Cagliari, insieme al marito Alberto Mascia: “La pasta fresca è lavorata in modo diverso rispetto a quella classica, un piatto di sei culurgiones offre un apporto calorico di 225 chilocalorie. Consumarli due o tre volte alla settimana rientra nella dieta mediterranea. Sono fatti di semola di grano duro, acqua, un paio di uova e il ripieno è di patate, aglio, menta e pecorino”. Tutti alimenti decisamente gustosi e digeribili.
E, proprio per sorridere alla dieta, la pasta fresca, anche se non deve finire nello stomaco dal lunedì alla domenica, rappresenta nei fatti un’alternativa validissima a quella confezionata e da cucinare dopo aver fatto bollire l’acqua fino a cento gradi: “A Natale i cagliaritani non si fanno mancare i ravioli di ricotta, indicati per la dieta, così come gli gnocchi di patate, questi ultimi fatti solo con semola di grano duro e acqua”. A prescindere dal tipo di pasta fresca, importantissima è la combinazione con le verdure: “Da accompagnare a parte, ma nel nostro caso è contenuta anche dentro i ravioli”, spiega la 51enne, “dai carciofi alle melanzane, dalle zucchine agli asparagi fino ai funghi”.