Diario di bordo con i migranti:Cagliari diventa una città crocerossina

La cronaca della giornata dello sbarco al porto raccontata da Marcello Polastri


Per le ultime notizie entra nel nostro canale Whatsapp

“È stata una giornata impegnativa”, quasi 12 ore di intenso lavoro e nelle quali, “di fronte all’emergenza dei migranti che hanno rischiato la vita, ha prevalso l’energica e fraterna collaborazione con tutti gli operatori di protezione civile, con le forze dell’ordine e non solo, con i volontari tutti”. 
Sono queste le parole di Fernanda Loche, presidente del Comitato provinciale di Cagliari della Croce Rossa Italiana. È stata lei a coordinare questa mattina i volontari e le crocerossine della sede di viale Merello, “affinché la macchina dei soccorsi funzionasse bene, in modo efficiente e – racconta emozionata – condividendo l’obiettivo di lenire la sofferenza dei più vulnerabili”. 
Ed eccolo, un vero e proprio esercito di volontari che si è raggruppato di fronte al mare Cagliari per accogliere i migranti. Sulla terraferma c’erano uomini e donne in divisa: alcune indossavano una mascherina, presenti soprattutto ragazzi, mossi dalla voglia di aiutare altri uomini e donne. Di andare incontro tanti altri ragazzi, ai bambini, arrivati dall’Africa centrale. Poi imbracati lungo le strade, insicure e clandestinamente a pagamento, del mare. 
Ad accomunare i migranti è stato uno scampato pericolo. Quel pericolo buio come la notte, freddo-umido come le lunghe ore trascorse in mezzo all’acqua, nella salsedine che brucia gli occhi e secca il respiro. Cullati o  “sballottati dalle onde” per scappar via dai conflitti, in cerca di una vita migliore. 
Coloro che hanno rischiato la vita su una “carretta del mare”, questi ricordi, diverranno come uno spettro difficile da cancellare.  
Lo sanno bene i volontari cagliaritani che si sono dati da fare imbracciando coperte e pantofole, che hanno intervistato i migranti nel lungo molo battuto da un caldo sole, a tratti estivo più che autunnale. 
 
LO SBARCO. Quando i migranti hanno finalmente toccato la terraferma, per la maggior parte  scalzi, c’è stato un attimo di silenzio. Un momento di tensione  collettiva. Era tangibile ma poi il brusio della macchina dei soccorsi  è esploso con un andirivieni di passi,mille braccia volenterose, tese verso i migranti. 
 
Cagliari si è mostrata crocerossina,  al tempo stesso pronta come un orologio svizzero nel far fronte all’ennesimo sbarco. 
Tutto ha avuto indio quando la Prefettura di Cagliari ha diramato lo stato di pre-allerta. Mobilitando con un rapido giro di messaggi la  Polizia e i Carabinieri, la Municipale e la Protezione Civile, ma anche numerosissime associazioni. Ed anche loro, i volontari della Croce Rossa: appreso il numero dei  migranti da raggiungere (ben 664), hanno caricato sui mezzi i viveri e tanti indumenti. 
 
TRA I MIGRANTI, “Tutti passeggeri della nave Siem Pilot battente bandiera norvegese” precisa  Fernanda Loche, c’erano 104 donne, 5 delle quali in stato interessante”. Trenta i minori soccorsi. 
“Sono stati tutti tratti in salvo in  mare aperto dall’equipaggio della nave norvegese che, nella notte tra venerdì e sabato scorso, li ha portati a bordo proprio mentre si  trovavano al largo delle coste libiche – prosegue Fernanda Loche – e la Croce Rossa  è arrivata al porto di Cagliari durante la notte, per montare una postazione medica avanzata presso la quali i migranti hanno ricevuto le prime cure”.
L’attracco della nave al molo Rinascita è avvenuto alle 9 in punto. I migranti, alcuni visibilmente stremati, sono stati portati giù dal grande natante. Ad attenderli ben 1000 tra merendine, succhi di frutta e altrettanti  panini. Sono state distribuite circa 700  magliette e tantissime ciabatte. 
“Questi esseri umani erano tutti scalzi. Abbiamo  forniti loro anche dei kit igienici da uomo e da donna, contenenti asciugamano spazzolino, sapone, dentifricio” racconta un volontario.   
Poi i migranti hanno raggiunto gli autobus diretti verso le varie destinazioni d’ospitalità dell’isola. Il diario di questo sbarco, lungo una dozzina d’ore, finisce qui. Almeno ora. Potremo ipotizzare, e forse sperare, meglio se per sempre. Ma altri sbarchi (dicono i bene informati) “potrebbero essere imminenti”. 

 


In questo articolo: