Desolazione “Cagliari in Fiera”: padiglioni chiusi e aree transennate

Cagliari in Fiera 2017 spoglia, povera e morente: pochissimi i padiglioni aperti. Edoardo Tocco: “Un sistema ormai in decadenza”. Guardate il VIDEO


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Desolazione alla Fiera della Sardegna in viale Diaz: padiglioni chiusi e aree delimitate dalle transenne. Unico grande padiglione aperto è quello di Coldiretti Sardegna, con alcuni gazebi di altrettanti espositori di prodotti enogastronomici. Niente giochi e luna park, non c’è l’Esercito Italiano, aperti invece i piccoli padiglioni centrali con Sogaer, Comune di Cagliari e Regione Autonoma della Sardegna. Almeno una decina gli standisti in esterna tra pentolame, coltelli e varie chincaglierie. Cagliari in Fiera 2017 spoglia, povera e morente. Da sottolineare, le uniche attrazioni di rilievo, l’allestimento dei campi da gioco esterni dedicati ai giovani.

LA POLEMICA. “La Fiera internazionale della Sardegna non sarà più una vetrina  dell’economia isolana, ma solo un frammento di un sistema ormai in piena decadenza”. Il consigliere regionale Edoardo Tocco non nega il malcontento per la parabola discendente della rassegna campionaria che da anni contraddistingue l’avvio della stagione primaverile, anche in coincidenza della Sagra di Sant’Efisio. ”Il polo fieristico di viale Diaz ha da sempre dato lustro alla città e alla Sardegna, con una storia che si combina di tradizioni e identità. Uno spaccato dell’economia che si è ritrovata da anni nei padiglioni della struttura cagliaritana – aggiunge l’esponente degli azzurri – La scelta di non puntare più sul consueto appuntamento è indubbiamente una grande ferita per l’economia e la società dell’Isola”. Le ultime gestioni hanno provato a dare un’impronta diversa, poi il tracollo. ”La crisi del personale, coincisa con le difficoltà della Camera di commercio – evidenzia Tocco – Gli scioperi  e le vertenze”. Un declino quasi scontato. ”Purtroppo è venuta meno l’attrazione della Fiera internazionale, anche per i costi esagerati a carico degli espositori e per il mancato coinvolgimento degli attori coinvolti nel processo produttivo isolano – conclude Tocco – E’ stata snaturata la sua vera identità. Non occorre arrenderci però. Si deve cogliere l’occasione di difficoltà per rinnovare il format e far ripartire la rassegna internazionale sin dai prossimi anni, puntando su innovazioni e nuove tecnologie oltreché sul tessuto imprenditoriale della Sardegna”.
 
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