Deposito dei rifiuti nucleari: ci sono anche 14 comuni della Sardegna. Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha pubblicato sul proprio sito istituzionale l’elenco delle aree presenti nella proposta di Carta Nazionale delle Aree Idonee (CNAI), che individua le zone dove realizzare in Italia il Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi e il Parco Tecnologico, al fine di permettere lo stoccaggio in via definitiva dei rifiuti radioattivi di bassa e media attività.
Tra le aree ci sono quelle dei comuni di Mandas, Siurgus Donigala, Segariu, Villamar, Setzu, Tuili, Turri, Ussaramanna, Nurri, Ortacesus e Guasila (Sud Sardegna) e poi Albagiara, Assolo e Usellus (provincia di Oristano).
“La Sardegna rimane, con otto aree individuate, tra le sei regioni idonee a ospitare il deposito delle scorie nucleari. Ci aspettiamo ora una reazione veemente della regione e del suo presidente Christian Solinas”.
Lo dice Laura Caddeo, consigliera regionale di Alleanza Rosso Verde dopo la pubblicazione, nel sito del ministero dell’Ambiente, della proposta di Carta Nazionale delle Aree Idonee (CNAI) che individua le zone dove realizzare il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi. “Nella primavera del 2022 – continua Caddeo – di fronte alla prima proposta di CNAI, il presidente Solinas ribadì il no categorico, definitivo e irrevocabile – parole sue – ad ogni ipotesi di utilizzo del territorio sardo per il deposito di rifiuti nucleari. Ci opporremo con ogni mezzo, ribadì il presidente nei confronti dell’allora governo “nemico” presieduto da Mario Draghi. Oggi che a Palazzo Chigi siede la forse amica Giorgia Meloni, dalla quale dipende anche la sua ricandidatura per il 2024, potremo testare l’effettiva fermezza di Solinas a difesa della nostra isola”.
“Su un punto – dice la consigliera regionale – mi sento però di essere d’accordo una volta tanto con la linea espressa dal presidente della giunta regionale: abbiamo già dato, stiamo già dando. La Sardegna fornisce già un enorme contributo allo Stato con le servitù militari, la nostra condizione di insularità non può diventare ancora una volta il pretesto per un’ulteriore penalizzazione del territorio sardo”.
La Carta è stata elaborata dalla Sogin, sulla base delle osservazioni emerse a seguito della consultazione pubblica e del Seminario nazionale condotti dopo la pubblicazione della Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee (CNAPI), e approvata dall’Ispettorato nazionale per la Sicurezza Nucleare e la Radioprotezione (Isin). La Carta Nazionale delle aree idonee individua 51 zone i cui requisiti sono stati giudicati in linea con i parametri previsti dalla Guida tecnica Isin, che recepisce le normative internazionali per questo tipo di strutture.
Gli enti territoriali le cui aree non sono presenti nella proposta di Cnai, nonché il Ministero della difesa per le strutture militari interessate, possono entro trenta giorni dalla pubblicazione della Carta, presentare la propria autocandidatura a ospitare il Deposito nazionale e il Parco tecnologico e chiedere al Mase e alla Sogin di avviare una rivalutazione del territorio stesso, al fine di verificarne l’eventuale idoneità.
Possono inoltre presentare la propria autocandidatura, entro lo stesso termine, anche gli enti territoriali le cui aree sono presenti nella proposta di Cnai