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Paolo Truzzu (Fdi): la Sardegna rischia una nuova La Maddalena


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Entro l’anno i Tedeschi lasceranno la base di Decimo, che rischia di chiudere definitivamente. Il pericolo è una nuova La Maddalena”.

Paolo Truzzu, Consigliere di Fratelli d’Italia-An, ricordando che la Germania paga metà delle spese di gestione della struttura militare vicino a Cagliari, segnala i rischi per lavoratori civili e indotto nel caso di totale dismissione della base.

In due anni di governo la sinistra ha condotto una battaglia ideologica e antimilitarista le cui estreme conseguenze pagheranno anche in questo caso i sardi”, attacca. “I Tedeschi andranno via, probabilmente senza il tempo neanche di fare le bonifiche dell’area, molti lavoratori perderanno il loro posto e ancora più grave sarà la crisi dell’indotto che gira intorno alla base. Tutto questo senza che Pigliaru abbia pensato un progetto alternativo e di sviluppo dei territori ora interessati dalla struttura militare”.

Le basi e i poligoni sardi sono una risorsa per l’Isola, portano denaro e posti di lavoro. Tanto è vero che le operazioni previste in Sardegna fanno gola alle altre regioni italiane e noi rimaniamo senza un’alternativa di sviluppo per le aree sino a oggi interessate dalle esercitazioni. “I veri danni vengono, invece, da una politica miope, succube della retorica antimilitarista e completamente scollegata dal reale, dalle concrete esigenze della difesa della Nazione, del futuro di tanti piccoli Comuni e di tanti sardi, non solo militari, che lavorano intorno ai nostri poligoni”, aggiunge l’esponente di FdI.

Gli stessi amministratori locali delle zone interessate da basi militari hanno più volte chiesto, inascoltati, alla Giunta di non essere abbandonati a loro stessi, senza prospettive o alternative di sviluppo”, ricorda Truzzu. “A fronte dei tanti tavoli aperti con il Governo sulle servitù militari non si è ancora ottenuto nulla anzi, a causa di una strategia totalmente sbagliata, continuiamo a perdere alcune certezze acquisite e tante potenzialità anche lavorative”, conclude. “Servono risposte immediate, perché il rischio concreto è che si ripeta l’esperienza fallimentare di La Maddalena”.


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